6.5
- Band: EDGE OF EVER
- Durata: 01:24:00
- Disponibile dal: 22/06/2018
- Etichetta:
- Mighty Music
- Distributore: Audioglobe
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Gli Edge Of Ever, band stanziata a Berlino ma con membri di varia nazionalità, avevano presentato il loro album di debutto nel 2014, intitolato “Global Ignition”, al quale segue adesso il nuovo lavoro, “We Came With The Flood”. A proposito di questo nuovo platter, sgombriamo subito il campo da alcune indicazioni fornite in sede di presentazione del disco, in quanto il loro stile viene descritto come “heavy metal old-school e progressive metal, combinato con influenze core”. Se siamo d’accordo sotto quest’ultimo profilo, in quanto qualche influenza metalcore effettivamente si potrebbe riscontrare nella musica degli Edge Of Ever, non c’è poi tantissimo heavy metal old-school, al di là di qualche riff più deciso, inserito di tanto in tanto, ma men che meno c’è progressive metal. C’è di vero che il loro stile non è facilmente inquadrabile in un genere ben preciso, ma potremmo parlare semplicemente di metal melodico, dove si possono riscontrare come dicevamo riff robusti e venature metalcore, arricchite dal buon lavoro alle tastiere da parte di Swan Krieger. La band ritiene comunque di omaggiare apertamente gli Iron Maiden, con la traccia “Maidens On The Edge”, che riprende semplicemente riff e melodie tra i più famosi della “Vergine di ferro”, tratti da “The Trooper”, Flight Of Icarus” e altri. Ad ogni modo, assodato che qualunque sia il genere, non si tratta di un disco prog, va poi detto che gli Edge Of Ever giocano la carta pericolosa del doppio album, proponendo quindici tracce per una durata complessiva che per poco non arriva ad un’ora e mezza. Chiaramente, l’azzardo consiste nel fatto che, se la tracklist non è tutta di alto livello, possano esserci cali di tensione e un indice di gradimento altalenante. In effetti, la nostra sensazione è che in questo caso il risultato non abbia pagato questa scelta. Gli Edge Of Ever, infatti, sono abili nel coniugare potenza e melodia, ma superato l’effetto iniziale, una volta addentratisi nel loro stile, non sembrano riscontrarsi grandi idee o soluzioni particolarmente interessanti. Ci sono senz’altro tracce di grande impatto come ad esempio la title-track o “The Weather Maker”, o un bel midtempo come “Live It Or Leave It”, accanto ad altri brani che obiettivamente appaiono trascurabili o comunque molto nella media. Insomma, tanta quantità, nella quale abbiamo apprezzato, in generale, una buona attitudine nel creare un certo mood ma, per contro, non abbiamo riscontrato ancora un’ottimale capacità nel sintetizzare e mettere in evidenza le proprie qualità. Si tratta però di una band dalle buone potenzialità, per cui ci aspettiamo molto presto un significativo salto di qualità, ben oltre quello che si può già ascoltare di buono in questo “We Came With The Flood”.