7.0
- Band: EDGE OF FOREVER
- Durata: 00.45.42
- Disponibile dal: 13/10/2023
- Etichetta:
- Frontiers
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A solamente un anno di distanza dal riuscito “Seminole” – per chi scrive una delle produzioni migliori in assoluto di tutto il 2022 – disco che mostrava una maturità artistica elevata per gli Edge Of Forever, ecco già arrivare, quasi inaspettatamente, il sesto album in studio, intitolato “Ritual”.
Il songwriting – puntualmente in mano ad Alessandro Del Vecchio, già duramente impegnato in tanti altri progetti in collaborazione con la label partenopea Frontiers – saprà confermarsi ancora una volta fresco ed ispirato? È questa la domanda principale che sorge spontanea avvicinandosi all’ascolto. Ma la sensazione è che con la propria band il polistrumentista e cantante italiano riesca sempre a trovare ottimi spunti.
Inoltre, la rinnovata formazione con gli ingressi di Aldo Lonobile (Secret Sphere, Sweet Oblivion) – altro talento indiscusso a livello strumentale e di idee – assieme a Nik Mazzucconi (Labyrinth, Sunstorm) al basso e Marco Di Salvia (Hardline) alla batteria, ha fatto sì che questo disco nascesse come un lavoro di squadra anche in termini di scrittura dei brani, mettendo quindi assieme le esperienze musicali di questi quattro musicisti dal curriculum importante. Come il suo predecessore, anche “Ritual”, dal punto di vista lirico, racconta una storia legata agli indigeni americani: due gemelli costretti a nascondere le proprie origini e la cultura del proprio popolo fino ad un viaggio che li porterà a rincontrarsi. Una storia di orgoglio, coraggio, passione e dolore ma anche, in conclusione, di gioia e realizzazione.
La prima cosa che notiamo all’ascolto è una produzione possente e corposa, quasi bombastica, che ricorda molto da vicino il sound sul quale molte band melodic hard rock nordiche hanno puntato negli ultimi anni, Eclipse su tutti.
Se “Seminole” era un disco ricco di sfumature che usciva dai classici schemi melodic hard rock, la partenza di questo nuovo lavoro ci mostra un sound ancora diverso, più diretto e possente che mette in chiaro le cose già in partenza con la quadrata e ultra-melodica “Where Are You?”, seguita a testa bassa dalla più elegante e ricercata “Water Be My Path”, che appassiona tra note di hammond e melodie vocali raffinate, e dai i ritmi di “Freeing My Will”, i quali tanto devono alla scuola power metal e scorrono con decisione su riff indiavolati fino ad un assolo di tastiera che sembra uscito da qualche disco storico degli Stratovarius. La lenta “ Love Is The Only Answer” è una ballata di classe e uno degli appuntamenti imperdibili di questo ascolto; Del Vecchio mostra le sue doti vocali con un’interpretazione sentita e ricca di pathos, tanto che il refrain si stampa in testa fin dai primissimi passaggi. “Ritual” infine è una suite divisa in sette parti dove passaggi possenti (come in “Ritual Pt. I”), momenti di maggior dinamismo in stile power-prog (“Ritual Pt. III”), melodie intense, cori a cappella (“Ritual Pt. IV”), hammond e molto altro trovano spazio senza però seguire un percorso comune, ma piuttosto indirizzandosi verso registri distinti.
“Ritual” è certamente il disco più potente pubblicato fin qui da Alessandro Del Vecchio con la sua band, ma al contempo risulta complessivamente meno intimo ed emozionante rispetto ai suoi due ultimi predecessori. Con esso il melodic hard rock degli Edge Of Forever continua tuttavia la propria metamorfosi, attraverso un percorso sempre personale e ricco di molteplici influenze.