4.5
- Band: EDU FALASCHI
- Durata: 00:38:06
- Disponibile dal: 20/05/2016
- Etichetta:
- Test Your Metal Records
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Edu Falaschi è certamente noto soprattutto per la sua trascorsa militanza negli Angra, con i quali ha registrato quattro album e poi con i suoi Almah. Il cantante brasiliano presenta con “Moonlight” un lavoro solista, nel quale però si limita a reinterpretare alcune canzoni scritte a suo tempo per queste due band. In particolare, vengono scelti ben quattro brani tratti da “Rebirth”, vale a dire la title track, “Nova Era”, Heroes Of Sand” e “Bleeding Heart”; tre dal successivo “Temple Of Shadows”, ovvero “Angels And Demons”, “Spread Your Fire” e “Wishing Well”, più “Arising Thunder” (da “Aqua”) e un solo brano degli Almah, “Breath”. Tutte queste canzoni sono state riarrangiate in versione acustica e perlopiù pianistica, con l’accompagnamento di archi e talvolta di fiati o chitarra. Di certo, i brani vengono presentati in una veste totalmente diversa: se non si conoscessero le versioni originali, si potrebbe quasi stentare a credere che si tratti di canzoni metal. Ciò, anche perchè si è preferito puntare su tempi molto lenti e arrangiamenti minimalisti, con suoni molto dolci e delicati. Il rovescio della medaglia è che brani carichi di grinta e trascinanti, vengono così trasformati in nenie soporifere, buone forse per conciliare il sonno prima di addormentarsi. Teniamo tra l’altro a precisare che chi scrive ama il pianoforte e la musica sinfonica, ma nel caso di specie ci sentiamo di deplorare l’impostazione prescelta, constatando inoltre come non vengano neppure cercate chissà quali soluzioni per dare un po’ di fantasia a brani già ben noti, se non altro almeno per dare un senso al disco e renderlo più interessante. I brani che a nostro avviso sono riusciti un po’ meglio sono quelli tratti da “Temple Of Shadows”: ad esempio, in “Angels And Demons” c’è un pregevole intermezzo pianistico ad opera di Tiago Mineiro; in “Spread Your Fire” si riscontrano accenni alla bossa nova; in “Wishing Well”, infine, c’è qualche gradevole inserto con il sax. Tuttavia ciò non è sufficiente a sollevare le sorti di un disco che, al di là delle belle melodie che già caratterizzano queste canzoni e della bella voce di Falaschi, si rivela davvero trascurabile: il singer brasiliano farebbe dunque bene a tornare al metal…e di corsa! Si sconsiglia l’ascolto del disco in auto per evitare colpi di sonno.