7.0
- Band: EKPYROSIS
- Durata: 00:41:14
- Disponibile dal: 23/01/2017
- Etichetta:
- Memento Mori
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Primo album, dopo l’esordio “ufficiale” con l’EP “Witness His Death”, per gli Ekpyrosis, i quali negli ultimi tempi sono riusciti a far crescere delle buone aspettative intorno a loro, soprattutto grazie ad un’attività live intensa e mirata. Accasatisi presso l’affidabile etichetta spagnola Memento Mori, i ragazzi lombardi danno quindi alle stampe il loro primo lavoro sulla lunga distanza, ampliando il discorso iniziato con il succitato mini del 2015. Anche questa volta, i dettami sono quelli più classici del death metal anni Novanta, tuttavia la band sembra avere voluto appesantire le trame della proposta, chiamando in causa più spesso influenze Immolation e Incantation. Dall’EP, non a caso, è stato recuperato “Morticians of God”, il brano più fosco e possente di quel lotto, il quale va ad affiancarsi ad una serie di nuovi episodi pregni di pesantezza e atmosfera. L’attitudine alla base della band è cambiata lievemente: si respira una maggiore cura nell’allestimento di arie particolarmente dense, tuttavia è bene sottolineare come tali nuove vie espressive non facciano passare del tutto in secondo piano la verve giovanile dei ragazzi. Nell’arco della tracklist il gruppo si affida a formule codificate per colpire l’ascoltatore, ma la fruizione è lungi dal presentare una sfilza di banalità assortite: si sente che il quartetto ci mette il cuore e che ha studiato attentamente la materia di base. Intorno al growling del cantante/chitarrista Marco Teodoro (anch’esso incupitosi, di pari passo con la musica), il riffing e i ritmi vanno veloci e carichi e, come accennato, non vengono affatto a mancare sapienti decompressioni ad alto tasso macabro e qualche fuga più “snella” che, come era accaduto su “Witness His Death”, richiama non poco i Deicide dei tempi migliori. Le chitarre, in particolare, risultano pimpanti e trovano linee sicure e già ben testate da altri alfieri del genere, con un tiro sempre di buon livello, lontano da soluzioni inutilmente pretenziose. Insomma, ovviamente la personalità non è eccelsa, ma nell’ambito underground al quale gli Ekpyrosis si rivolgono, è assai probabile che “Asphyxiating Devotion” riesca a fare la sua porca figura e a fare battere il cuore a dovere. Missione compiuta.