6.5
- Band: EKTOMORF
- Durata: 00:38:51
- Disponibile dal: 27/10/2006
- Etichetta: Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Difficile giudicare un disco degli Ektomorf, soprattutto dopo aver assistito a quello che il gruppo è capace di produrre in sede live in territorio non ostile (certo la data di Milano è stata sin troppo difficile per l’ostilità dei Bodom fan). Per chi non lo conoscesse, il combo ungherese è dedito, sotto la guida del mainman Zoltan, a un neo-thrash con fondamenta hardcore e tendenze cosmopolite, contaminato da sapori etnici di natura gitana, asiatica e slava. Impossibile non far ricadere il passato della band nei solchi tracciati nella storia del metal dai Sepultura dell’era “Roots”, oppure nella successiva creatura di Max Cavalera. Perfettamente conscio di quello che è il suo più grande limite, Zoltan ha lavorato per personalizzare il suono e diversificarlo da quello del suo idolo, al tempo stesso divenuto la croce che è obbligato a trascinare con difficoltà nella sua carriera musicale. L’impegno è tangibile: “Ambush in The Night” ha il sapore delle spezie orientali, “Red I” risulta ispirata e convincente coi suoi coretti femminili, “Who Can I Trust (Prayer)” è un amaro esperimento acustico che vale l’ascolto. A volte però gli Ektomorf ci ricascano in pieno, e pure di faccia e nel fango, con una struttura della canzone, uno stile del cantato e pure con assoli ricalcati pedissequamente (“I’m Against” tra tutte). Da segnalare l’eccellente versione di “Fuel My Fire” dei Prodigy, una sicura arma vincente nei futuri show dei quattro, oltre alla produzione impeccabile di Tue Madsen, che fa suonare il disco “live” ma pulito quanto basta. Riconosciamo l’impegno, la strada è quella giusta Zoltan, avanti così!