7.5
- Band: ELDRITCH
- Durata: 00:56:34
- Disponibile dal: 25/09/2011
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Ascoltando “Gaia’s Legacy” viene da credere di trovarsi di fronte al miglior album della carriera degli Eldritch, metal band italiana giunta all’ormai ottava pubblicazione in oltre vent’anni di attività. In ogni produzione precedente è possibile infatti riscontrare una forte influenza di quello che i grandi interpreti del metal tecnico piuttosto che del power di stampo statunitense hanno composto nel corso di questi ultimi tre lustri. Con quest’ultimo album, invece, la band livornese dà sfoggio d’una fisionomia compositiva brillante, molto varia, ma soprattutto personalizzata nonché ricca di spunti ben orditi tra loro. Ne scaturisce un sound multicolore e dalle sfumature ricercate. A momenti imprevedibili, grazie a una notevole architettura ritmica, i contenuti stimolano la ricerca di un ascolto attento, ma mai pesante o ridondante. Il tutto viene ulteriormente ricamato da un parco assoli di tutto rispetto. Inoltre, la musica si presenta caratterizzata da sinuose melodie, tanto importanti a livello armonico quanto accattivanti grazie all’imponente prova vocale di Terence Holler. Se poi si constata che il tutto è accentuato da un aggressivo riffing, allora ecco emergere di continuo un ascolto impetuoso ed efficace. Qualche citazione qua e là, derivante dagli imponenti stilemi compositivi messi in atto nel passato da mostri sacri quali Dream Theater e Queensryche, altro non fa che impreziosire i temi proposti. Quindi, questo modus componendi richiamerà alla memoria un certo modo di scrivere musica che tanto aggraderà agli amanti del metal progressivo. Importante anche la tematica del concept: concepito dal frontman Terence Holler, l’argomento trattato è quanto mai vivo e sentito, soprattutto considerati i tempi che corrono. “Gaia’s Legacy” tocca problematiche legate ai cambiamenti climatici nonché alle negative conseguenze che causerà in futuro la violenza perpetrata dall’uomo sul nostro ecosistema globale. A maggior precisazione, questi testi prendono spunto da un lavoro oggettivo, già analizzato e proposto al pubblico internazionale. Ogni brano ruota infatti intorno all’analisi critica operata nel 2006 dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Al Gore. Tale analisi prese il nome di “An Inconvenient Truth” che altro non era che un curioso e, ahinoi, triste documentario analitico sui dati riguardanti i cambiamenti climatici irreversibili, le analisi e le prospettive degli effetti che il pianeta terra dovrà subire come inerzia inarrestabile derivante dell’irreversibile sfruttamento delle risorse da parte dell’uomo. Insomma, un vero e proprio testamento di Gaia madre terra che gli Eldritch narrano con passione, teatralità, grande capacità tecnica e slancio emotivo. A livello produttivo, ascolterete un parco suoni brillante, ma forse non completamente equilibrato nei volumi. Questa forse è l’unica imperfezione che sentiamo di dover evidenziare, ma che poco o nulla toglie alla qualità di un’opera musicale che s’ascolta, in ogni caso, con profondo gusto. Infine, è da annoverarsi la partecipazione in veste di ospite su “Like A Child” di Bob Katsionis, tastierista dei greci Firewind e da tempo fan della compagine italiana. Riassumendo, “Gaia’s Legacy” è un disco maturo, ben composto, altrettanto ben suonato. Affronta tematiche importanti che si sposano felicemente all’aspetto compositivo adottato. Si può ritenere che, in qualche frangente, un più fine missaggio avrebbe permesso alla personalità di questo ‘sound’ d’emergere con più incisività. Giunti ormai a fine estate 2011, è concesso però scommettere che questa ottava fatica discografica della compagine nostrana sia, al momento e in questo ‘genere’, una delle migliori che si possano reperire sul mercato internazionale.