7.5
- Band: ELDRITCH
- Durata: 00:45:24
- Disponibile dal: 24/02/2006
- Etichetta:
- LMP
- Distributore: Audioglobe
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Quindici sono gli anni passati dalla nascita degli Eldritch, mentre sono dieci quelli trascorsi dall’esordio discografico con l’acclamato “Seeds Of Rage”. Da allora molti sono stati i cambi di etichetta, line-up e genere musicale proposto. Infatti, i primi dischi della band erano molto orientati verso un suono progressivo ispirato ad act quali Queensryche e Fates Warning, con in aggiunta un forte tocco di thrash americano. Le composizioni erano molto spigolose ed intricate, per nulla semplici da assimilare; il livello tecnico era sì alto, ma la band pareva non riuscire mai a trovare il ritornello giusto o la dose di feeling necessaria per far breccia nell’ascoltatore più superficiale. Già col terzo disco “Reverse” gli Eldritch virarono decisamente verso lidi più immediati, depurando il proprio sound da intricate – e a volte, onestamente, del tutto superflue – digressioni musicali, ad appannaggio di un suono più immediato e coinvolgente. Ecco, possiamo tranquillamente affermare che “Neighbourhell” è il completamento di quel processo iniziato dal gruppo all’inizio del nuovo millennio. Mai come questa volta le composizioni di Holler e compagnia risultano brevi e concise, tutte con l’unico intento di coinvolgere al massimo l’ascoltatore regalandogli momenti difficili da dimenticare. Per chi a tutti i costi vuole una definizione che può calzare al loro nuovo corso stilistico, potremmo dire che quella di devastante, rabbioso e oscuro power-thrash americano con un deciso tocco di melodia tutta italiana, è ciò che rende meglio l’idea. La presenza di questi toni chiaroscuri sono ottenuti, da una parte mediante un approccio chitarristico serrato e terremotante e da una produzione talvolta compressa e claustrofobica, mentre dall’altra parte sono addolciti, come dicevamo prima, da spunti melodici affascinanti e dalla suprema abilità del cantante Terence Holller a passare con estrema disinvoltura da linee vocali ultra-rabbiose ad altre invece proprie dell’hard più passionale. Ascoltate le iniziali “Still Screaming”, “Save Me”, “Bless Me Now” e “The Dark Inside” e certamente converrete con quanto detto qui sopra. “Zero Man” e “Standing Still” rappresentano invece l’altra faccia della medaglia degli Eldritch, ovvero evidenziano decisamente quei toni più chiari e pacati che sconfinano addirittura verso lidi hard rock. Ma le sorprese non finiscono di certo qui e la voglia degli Eldritch di partorire qualcosa di più complesso ritorna in pezzi come “Come To Life” e la conclusiva “Second World”, autentiche perle di prog-jazz-thrash che ricordano da vicino i superbi Atheist. “Neighbourhell” è senz’altro il disco più intuitivo ed immediato del gruppo, talmente ricco di stili e mood differenti da non poter annoiare mai. Probabilmente il loro miglior lavoro degli ultimi 5 anni.