7.0
- Band: ELECTRIC MARY
- Durata: 00:38:31
- Disponibile dal: 24/10/2011
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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L’Australia è un continente particolarmente rinomato per i canguri e per il fragoroso boogie rock’n’roll degli AC/DC, che da quarant’anni a questa parte, continua incessantemente a fare proseliti e a vendere milioni di copie in tutto il mondo. Di conseguenza, ci viene naturale collegare preventivamente la loro proposta alla ricetta vincente dei fratelli Young, ma, in questo caso specifico, l’equazione viene clamorosamente smentita, facendo si che anche la matematica si riveli una mera opinione. Gli Electric Mary si ispirano alla seducente musa dell’hard rock britannico vecchia maniera, caratterizzata da potenti ritmiche, in grado di donare un notevole spessore ai guitar riff grassi e pesanti, stemperati da una serie di melodie vocali policromatiche e sensuali. Dai microsolchi di questo lavoro, emerge l’indubbia abilità dei ragazzi di comporre canzoni che strizzano l’occhio al passato, mantenendo le dovute distanze di sicurezza dal fastidioso e nefasto senso di deja-vù, che li condurrebbe a breve, senza via di scampo in un vicolo cieco. Tra gli episodi più ispirati segnaliamo le grintose e dirompenti “O.I.C.” e “All Eyes On Me”, brani che viaggiano pericolosamente tra il rock più eccitante, lambendo la soglia dell’heavy metal tout court, mentre le accattivanti “Stained” e “Lies” smorzano la marcia dirompente innescata con gli episodi citati, orientandosi su timbriche suadenti, colme di pathos, graziate da dinamiche sincopate e da una prestazione vocale al di sopra delle righe. Queste continue scariche elettriche permettono di mantenere alta l’attenzione per tutti i quaranta minuti scarsi di “III”, ed anche se qualche progressista con la puzza sotto il naso obietterà sul fatto che ci troviamo di fronte alla solita vecchia minestra riscaldata, per noi rimane sempre valido il motto “It’s the same old story, same old song and dance”.