8.0
- Band: ELECTRIC WIZARD
- Durata: 00:43:49
- Disponibile dal: 25/03/2002
- Etichetta:
- Rise Above Records
- Distributore: Self
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Ascoltando ogni mese una media di venti dischi, buona parte dei quali stenta a raggiungere lo status di “dignitoso”, è difficile che non mi accorga quando un album è realmente fuori dalla norma. Il caso lampante è “Let Us Prey”, nuovo lavoro degli Electric Wizard, che si attesta un gradino sopra tutta l’ottima produzione precedente del trio. Un disco destinato ad esplodere nei subwoofer del vostro stereo, un disco di doom fangoso e soffocante, un disco in cui frequenze basse al limite della subliminalità terrorizzano, imprigionano, torturano. Sei pezzi per lo più strumentali che viaggiano su tempi-non tempi di lentezza abissale, apocalittica, che sprigionano drones psicoattivi senza pietà, che evocano visioni cimiteriali, puzzolenti, degradanti. Esiste una musica fatta per l’entertainment del fruitore e ne esiste un’altra, al limite del rumore distillato, che nasce da premesse diverse. Gli Electric Wizard, e pochi altri, sembrano avere intenti di destabilizzazione psicologica anni luce distanti da quelli dei quali usualmente si fa portatore il medium denominato “musica”. Il terrore reale, il senso di smarrimento accostabile a quello causato da un trip veramente sbagliato, l’oppressione che schiaccia stomaco e polmoni in un’unica morsa. Il nirvana del masochismo. Un disco bellissimo ed al contempo ingiudicabile, un disco che è tutt’altro che una mera esperienza uditiva. Gli Electric Wizard ci tengono a sottolineare che la chiave d’ingresso al loro mondo si chiama canapa indiana ed è proprio all’interno di stati di coscienza alterati che “Let Us Prey” trova la sua culla ideale, il terreno marcio in cui germogliare. Una delle cose più destabilizzanti sentite ultimamente.