6.0
- Band: ELEGY OF MADNESS
- Durata: 00:37:18
- Disponibile dal: 24/01/2020
- Etichetta:
- Pride & Joy Music
- Distributore: Audioglobe
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Attivi fin dal 2006 ed alla soglia del loro quarto disco in studio, gli Elegy Of Madness possono essere considerati una band navigata all’interno della scena symphonic metal con voce femminile. Questo nuovo “Invisible World” vede la luce attraverso l’etichetta tedesca Pride & Joy Music con undici nuovi pezzi registrati ai Domination Studio (Rhapsody, Michael Romeo, Twilight Force) di San Marino. Saranno sufficienti sinfonie orchestrali, la voce angelica e lirica di Anja Irullo ed una buona produzione per far decollare questo lavoro? La risposta sta nel mezzo. Se da una parte infatti gli appassionati del genere potranno trovare pane per i loro denti con un disco ottimamente confezionato, dall’altra non si può non evidenziare la mancanza di personalità della band tarantina, che non è ancora riuscita a costruirsi una propria strada capace di rendere riconoscibile il proprio sound all’interno di questa determinata scena. Se volessimo riassumere il disco in poche parole, si potrebbe definire la proposta firmata Elegy Of Madness come un ‘copia-incolla’ di tanti passaggi e momenti già sentiti in precedenza da band come Xandria, Within Temptation, Epica, Nightwish, Delain ed Edenbridge. Ed è un peccato, perchè l’ascolto di “Invisible Wold” mette in luce, soprattutto in alcune situazioni, le buone capacità del gruppo pugliese. “Es”, ad esempio, è un pezzo davvero coinvolgente, che colpisce con ritmi elevati di scuola power symphonic metal e melodie orecchiabili. E non è da meno l’epica e sinfonica “Aegis Of Light”, che prende forte ispirazione da quel prog orchestrale tipico dei maestri austriaci Edenbridge, Come da copione, non poteva mancare l’ingresso della voce growl, ad opera del chitarrista Tony Tomasicchio, che si alterna a quella lirica di Anja attraverso le sonorità prettamente gotiche e folk di “Kore”, pezzo impreziosito dalla presenza del flauto. Gli arrangiamenti elettronici di “Reborn” richiamano persino gli ultimi Within Temptation e, perchè no, i sempre più in voga Amaranthe.
Rispetto al passato gli Elegy Of Madness hanno sicuramente fatto un passo in avanti, ma l’esigenza di creare un proprio percorso sonoro è ancora attuale e sempre più necessaria. L’ascolto di “Invisible World” fila via piacevolmente e con qualche sussulto, ma con l’ombra, pesante e sempre presente, dei numerosi act elencati in precedenza.