7.0
- Band: ELEGY OF MADNESS
- Durata: 00:44:19
- Disponibile dal: 20/10/2023
- Etichetta:
- Scarlet Records
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Possiamo fin da subito affermare che i tre anni di distanza trascorsi dal precedente “Invisible World” (da segnalare che nel mezzo c’è stata la pubblicazione del DVD “Live At Fusco Theater”), disco piacevole ma probabilmente troppo legato al filone symphonic-gothic metal di Within Temptation e Xandria, sono bastati ai tarantini Elegy Of Madness per tornare con un sound rinnovato. Così come la formazione, che vede l’ingresso del soprano Kyrah Aylin alla voce. Oscure e malinconiche, le nuove composizioni seguono il mood tetro ed occulto che salta subito all’occhio osservando l’artwork e che per quasi quarantacinque minuti di durata coinvolge con atmosfere intense.
Brani dalla breve durata che spesso si aggirano attorno ai quattro minuti senza perdersi in inutili passaggi e la voce angelica di Kyrah, splendida ed inattaccabile sotto ogni punto di vista e capace di variare tra momenti delicati ed altri dove si alza su tonalità liriche. Si gioca soprattutto su territori controllati, con ritmi raramente spediti, molto più spesso tenuti sotto controllo da una sezione ritmica possent,e sempre ben avvolta all’interno di orchestrazioni massicce, evocative ed epiche. E se la partenza con “Broken Soul” non si discosta troppo dal passato, anche se il riff portante è decisamente pesante – e come ospite in questo pezzo troviamo Francesco Ferrini (Fleshgod Apocalypse), il quale si è occupato delle orchestrazioni – le sonorità maggiormente moderne accompagnate da arrangiamenti tenebrosi fanno il loro ingresso con “Hybrid Love”, brano che colpisce anche grazie ad un refrain semplice ma ben riuscito. “Revelation” avvolge l’ascoltatore all’interno di un midtempo caldo ed intenso che ricorda da vicino qualche composizione degli Epica, mentre con “Insanity” troviamo il classico pezzo ruffiano e pronto a colpire fin da subito con melodie celestiali. Un brano diretto e compatto dove tutto funziona molto bene, compreso il breve ma caloroso assolo di chitarra. In effetti, sorprende il fatto che non sia stato questo il singolo scelto per promuovere il nuovo disco nei vari canali ufficiali: probabilmente gli Elegy Of Madness hanno prima voluto mostrare il lato oscuro che accompagna questo loro nuovo percorso musicale.
“Goddess” è senza dubbio tra le canzoni più riuscite all’interno della tracklist, con la voce growl che si alterna a quella femminile, calpestando territori inquieti e nostalgici per poi ripartire su un bel ritornello che viaggia su velocità medio-alta. La sofferta e lenta “Moon” apre la strada alla parte finale della tracklist, dove troviamo probabilmente i momenti più ricercati e personali. “Portrait Of A Ghost” mostra alcune influenze legate alla scena symphonic black metal di Cradle Of Filth e Dimmu Borgir, con ritmiche infernali ed orchestrazioni cupe che vanno ad accompagnare il cantato tormentato di Aylin, con qualche sfuriata che tuona dalla doppia cassa suonata da Francesco Caputo, per poi continuare sui ritmi più sostenuti di “Crawling”, dove riff più corposi accompagnano il cantato scream che fa il suo ingresso con determinazione durante il break centrale.
Lo sforzo nel ricercare un sound più personale si intravede insomma eccome nei dieci brani che compongono questo nuovo lavoro degli Elegy Of Madness, e anche per questo vogliamo premiare il quintetto pugliese. Ci sono ancora margini di miglioramento per creare un sound ulteriormente ricercato, ma intanto gli amanti del symphonic-gothic metal malinconico ed oscuro potranno gustarsi questo buon “XI”.