ELLI DE MON – Pagan Blues

Pubblicato il 22/04/2023 da
voto
8.0
  • Band: ELLI DE MON
  • Durata: 00:31:18
  • Disponibile dal: 21/04/2023
  • Etichetta:
  • Area Pirata Records

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Elisa De Munari è una cantante e polistrumentista vicentina, nonché studiosa di tradizioni musicali extraeuropee e scrittrice che, da anni, con lo pseudonimo Elli de Mon, propone una sua peculiare interpretazione del blues primigenio, quello di personaggi leggendari come Robert Johnson – colui che vendette l’anima al diavolo in cambio della sua abilità con la sei corde – ma anche di quelle artiste afroamericane che, con forza e coraggio, si opposero all’assurda morale di quei tempi, combattendo la loro lotta a suon di fingerpicking e scale pentatoniche. Figure femminili come Ma Rainey o l”imperatrice del blues Bessie Smith sono state tributate da Elisa attraverso il precedente “Countin’ The Blues”, rivisitazione in chiave moderna di alcuni classici del genere (oltre che con il libro dallo stesso titolo) e sono il punto di riferimento, almeno a livello di attitudine, per tutta la musica che compone. L’energia delle sue esibizioni dal vivo le ha permesso di condividere il palco con artisti del calibro di The Jon Spencer Blues Explosion, Afterhours e Carmen Consoli, ma anche la sua discografia in studio è ormai molto nutrita.
Il nuovo album, intitolato programmaticamente “Pagan Blues”, è la settima uscita, includendo anche qualche split, e conferma l’attaccamento della garage blues one-woman band alle proprie radici: il blues è l’anima di queste composizioni ed è un po’ dappertutto; anche se non lo si sente al primo ascolto, è nel ritmo pulsante di “Catfish Blues” come in quello lamentoso di “Troubled”, è un modo di intendere la musica prima ancora che un suono. Eppure ciò che stupisce è come brani che partono dalla stessa matrice si muovano in direzioni diverse e vadano ad abbracciare molteplici sonorità, dal ruvido garage rock del già citato Jon Spencer (“I Can See You”), fino a qualche divagazione nello stoner rock, nel folk ed anche nel cantautorato di Chelsea Wolfe o PJ Harvey (la psichedelia soffusa di “Desert Song”).
La musicista veneta si diverte a cimentarsi con tutti gli strumenti, quindi non solo chitarre elettriche, acustiche e batteria, ma anche lap steel in “Star” e sitar nell’ammaliante “Siren’s Call” ed è sorprendente come, da sola, riesca a dar vita ad atmosfere tanto dense e corpose. Ne nasce un’opera eterogenea, in cui la sensualità risulta essere il contraltare di un fiero spirito battagliero, ed anche la voce assurge al ruolo di protagonista, in un perfetto dosaggio di momenti veementi ed altri seducenti; un canto pagano, nel senso di volutamente fuori dagli schemi, e che si erge a codifica personale di un genere che esiste da sempre, con lo scopo di seminare dubbi piuttosto che imporre la propria verità.

TRACKLIST

  1. The Fall
  2. I Can See You
  3. Desert Song
  4. Catfish Blues
  5. Star
  6. Ticking
  7. Pagan Blues
  8. Sirens' Call
  9. Troubled
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