voto
6.0
6.0
- Band: ELUVEITIE
- Durata: 00:47:24
- Disponibile dal: 17/04/2009
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Lo scorso anno “Slania” aveva portato agli Eluveitie un discreto successo e aveva loro aperto le strade per una serie di prestigiose date live, tra cui ricordiamo l’apparizione al nostrano Rockin’Field della scorsa estate e il recente tour di spalla ai Kreator. Un gruppo dunque in ascesa, seppur messo in difficoltà da un’instabilità di formazione che si è risolta con la dipartita dei fratelli Kirder e l’ingresso di Kay Berm al basso e Patrick Kistler alla cornamusa. La band si ripresenta ora con un nuovo disco decisamente coraggioso. “Evocation I – The Arcane Dominion” è infatti un lavoro profondamente diverso da quanto ci si potesse aspettare da questo gruppo e soprattutto distante anni luce da quel folk-death melodico che aveva così ben impressionato nei due dischi precedenti. Il nuovo full length è infatti un album interamente acustico, decisamente soft, prevalentemente strumentale e nel quale troviamo un massiccio impiego di strumenti antichi quali la ghironda, l’hammered dulcimer, la cornamusa, la celtic harp e parecchi altri. Vi starete chiedendo come potrebbe mai rientrare in un contesto simile il growl del cantante Chrieg Glanzmann. Ebbene, di growl in questo lavoro non ce n’è, se non qualche rarissimo inserto qua e là nelle backing vocals. Il cantato è prettamente femminile e in lingua gallica. Non sono però queste le caratteristiche che non ci permettono di andare oltre alla valutazione che vedete a fondo pagina. Sperimentare nuove soluzioni è infatti un merito e un diritto sacrosanto di ogni artista degno di tal nome, ma in questo caso sembra che le buone intenzioni alla base del progetto non siano state realizzate in maniera del tutto convincente. “Evocation I – The Arcane Dominion” è infatti un disco a tratti noioso e diluito, dove i brani per così dire “effettivi” sono solo sette, per di più sono contornati da un ragguardevole numero di tracce strumentali, generalmente limitate come minutaggio, che in un disco normale definiremmo come “intermezzi”. L’apertura del lavoro è affidata proprio ad un’intro in parte narrata e dal sapore antico, seguita da “Brictom”, una delle tracce migliori del lotto. Il brano è decisamente orecchiabile, con una linea vocale femminile molto melodica e sostenuta da una componente strumentale dove chitarre acustiche, violini e flauti tessono una trama decisamente efficace e “piena” come sound. Segue a ruota il primo intermezzo “A Girls Oath”, che apre la strada alla titletrack, un bel brano folk quasi del tutto strumentale dove i giri melodici dal sapore celtico sono sempre al centro della scena. Con “Whithin The Grove”, un breve lento tutto giocato su percussioni, flauto e archi, e la successiva e più ritmata “The Cauldron Of Renascence”, il disco perde di consistenza. Sebbene questi brani non siano affatto male se presi singolarmente, si adatterebbero più che altro al ruolo di filler e non incatenati l’uno dietro all’altro. Inevitabile dunque che l’ascolto diventi un tantino “pesante” e certo non aiuta “Nata”, le cui voci maschili quasi stonate potranno anche essere ispirate dalle linee vocali di certi brani tradizionali, ma sono poco o nulla convincenti in questo contesto. “Omnos”, con il ritorno del cantato femminile, ci riporta allo stile parecchio catchy della opener e non a caso è stata scelta come singolo per il videoclip. La seconda parte del lavoro non riserva sorprese e continua con l’alternanza tra intermezzi strumentali e discrete ballate acustiche come “Voverso In Mori” o “Na Regu Na”. Onestamente ci si aspettava di più dagli Eluveitie e questo album riesce ad aggiudicarsi la sufficienza più che altro per la sua originalità, per la presenza di alcuni episodi convincenti e per una buona prestazione strumentale. Vedremo se con la seconda parte “Evocation II” il gruppo riuscirà a tornare sui suoi soliti standard qualitaltivi.