voto
7.5
7.5
- Band: ELVENKING
- Durata: 00:49:59
- Disponibile dal: 17/09/2010
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Cinque album qualitativamente più che buoni hanno portato gli Elvenking ad essere una delle band classic-power più attese del momento da chi ama il metal melodico. Eccoci quindi a commentare il nuovo “Red Silent Tides”, un disco che sicuramente spaccherà la schiera di fan del gruppo e lascierà aperta anche qualche polemica. Già, perché il qui presente lavoro segna una decisa svolta nella discografia della band. Non che i sei friulani non ci avessero abituato ai cambiamenti, basti pensare alla differenza tra il power degli esordi, l’aggressività di “The Scythe” e le melodie invece più ariose del bellissimo album acustico “Two Tragic Poets (…And A Caravan Of Weird Figures )”. Gli Elvenking avevano quindi già abbondantemente dimostrato la loro versatilità ma ora rivelano un’altra faccia del loro sound. Le melodie si sono fatte più immediate, i pezzi più accessibili e diretti, il power in doppia cassa è un vecchio ricordo, il folk e le parti progressive pure, per non parlare degli accenni di voci aggressive e in growl, praticamente sparite. Preponderante invece un metal più leggero dalle evidenti tinte hard rock melodico in cui il ruolo del violinista Elyghen è ridotto a complemento delle tastiere nella rifinitura delle melodie. Senza girarci troppo attorno, diciamo pure che il nuovo sound degli Elvenking ha un taglio decisamente più commerciale. Questo però non deve far pensare ad un disco superficiale, buttato lì solo per cercare di vendere qualche copia in più, perché “Red Silent Tides” nella sua maggior accessibilità è comunque un lavoro ben composto e curato. Molti bolleranno i ritonelli del singolo “The Cabal” come “involuzione” o “roba per ragazzini”, e stesso vale per le dolci melodie del lento “Possession”, per le aperture super catchy dei mid tempo hardrockeggianti “Those Days” e “What’s Left Of Me”, senza accorgersi del fatto che questi pezzi nel loro genere sono molto ben fatti. I riff hanno un buon tiro, i ritornelli sono quasi tutti decisamente efficaci, ben studiati nella loro orecchiabilità e la prestazione di Damna è più che discreta e soprattutto consona alle sue caratteristiche e limiti. “Red Silent Tides” è inoltre abbastanza vario al suo interno, sal momento che questo suo generale approccio melodico prende varie sfumature, passando dai sopra citati brani alle più veloci “Downmelting” e “Your Heroes Are All Dead”, dove ritroviamo sonorità power, agli arrangiamenti sinfonici e corali dell’ottima “Runereader”. Gli Elvenking sono dunque cambiati e, che piaccia o meno, sono riusciti a dimostrare il loro valore anche in questa nuova veste.