8.0
- Band: ELVENKING
- Durata: 00:47:58
- Disponibile dal: 14/11/2008
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Continuano la loro progressione gli Elvenking, band che ha ormai consolidato la propria posizione nel panorama folk metal europeo. Un gruppo che sin all’esordio nel 2001 con “Heathenreel” si è sempre saputo mantenere su buoni livelli qualitativi e ha col tempo guadagnato sempre più consensi in termini di pubblico. Un pregio della band friulana è senza dubbio la volontà di non fossilizzarsi su un solo sound ma, al contrario, di cercare di introdurre in ogni nuovo lavoro qualche elemento di discontinuità. In questo contesto rientra anche il qui presente “Two Tragic Poets (…And A Caravan Of Weird Figures)”, un album quasi totalmente acustico e pertanto decisamente differente dal precedente “The Scythe”, disco che invece segnava una svolta verso sonorità più aggressive rispetto agli standard degli Elvenking. Il nuovo disco è molto più soft e folkeggiante ma non aspettatevi un lavoro acustico dai toni pacati o dalle ritmiche rilassate. “Two Tragic Poets” è invece composto da brani molto divertenti, dal ritmo incalzante e ben curati negli arrangiamenti. Ovviamente in un disco acustico di questo tipo non può esserci spazio per i growl o i riff thrash che la band è solita inserire nei propri lavori ma, invece, trova molto più libertà del solito il violino di Elyghen che, accompagnato da un ottimo lavoro di Aydan alla chitarra, si rivela essere il punto di forza dell’album. Il primo brano “Another Awful Hobs Tale”, con le sue melodie vincenti e un approccio molto folkloristico alla Skyclad, è un perfetto esempio delle caratteristiche appena descritte. Gli Elvenking non hanno mai tralasciato episodi abbastanza catchy, ed ecco il rock acustico di “From Blood To Stone” o “Miss Conception” con i loro ritornelli immediatissimi. Altrettanto easy “Another Silly Question”, canzone giocata su azzeccatissime parti di violino e cambi di tempo che ci portano ad un chorus molto diretto e facilmente memorizzabile. La prova vocale di Damna non ha mai convinto come su questo disco, e non da meno è il lavoro della sezione ritmica, per esigenze di sound più composta che nei dischi precedenti ma ad ogni modo impeccabile. Oltre ai nove brani di nuova composizione, tra i quali non si nota nessun evidente calo qualitativo, è presente anche una cover non proprio indispensabile della celebre pop hit anni ’80 “Heaven Is A Place On Earth” di Belinda Carlisle e le versioni acustiche di “The Wanderer” e “The Winter Wake”. Molto bello il rifacimento soprattutto di quest’ultima, ben riadattata nelle parti strumentali, rivitalizzata nei cori e nelle linee vocali con una una totale assenza del cantato aggressivo presente sull’originale. Ottima la registrazione e molto curato l’artwork. “Two Tragic Poets” è dunque un album differente dai precedenti ma molto valido, che conferma la continua crescita degli Elvenking e si candida a miglior lavoro finora prodotto dalla band.