7.5
- Band: EMMURE
- Durata: 00.45.39
- Disponibile dal: 16/04/2014
- Etichetta:
- Victory Records
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Ed eccoli di nuovo, i più odiati di internet. In maniera progressiva ed inesorabile gli Emmure, spesso identificati col frontman Frankie Palmeri, sono diventati una barzelletta, un bersaglio, un marchio per stigmatizzare. Su vari livelli di criticismo si attacca la ripetitività, la formula, la mancanza di tecnica. Nei casi peggiori ci si getta direttamente sul personaggio, se non direttamente la persona, un Frankie Palmeri che ha imparato a memoria la lezione di Fred Durst prima di lui – che è poi la stessa di Manson e di mille altri – una lezione fatta di messaggi forti, sicuramente esagerati e spesso volgari e contraddittori, ma se funziona col “Suck My Fuck” di Fronzilla perché non dovrebbe funzionare con un rancore genuino? Non stiamo a spiegarvi come una formula diretta, viscerale e di facile assimilazione possa far breccia in una generazione che trascende i generi musicali, che ha glorificato il wobble bass dubstep, dove attitudine gimmick e swag sono importanti quanto o più di ogni altra cosa. Dopo avervi spiegato perché gli Emmure funzionano possiamo parlare del perché funziona “Eternal Enemies”, album che porterà la band allo step successivo. Palmeri, presenza incombente per tutto il minutaggio in maniera coerente con la sua vena da emcee, butta nei testi tutte le caratteristiche del suo personaggio: la rabbia categorica e caricaturale verso il bersaglio di turno, lo sfottò verso gli hater, l’autocelebrazione e altri temi sporadici tra cui addirittura una dedica alla pornstar giapponese Hitomi Tanaka. Il suo dualismo vocale viene esasperato e i versi parlati/rappati sono più frequenti rispetto al passato, e sporadicamente vengono accennati anche brevi momenti melodici (“We Were Just Kids“). Oltre al roleplay disturbante dell’eccessiva “Bring A Gun To School” l’album ospita i singoli più zarri della carriera del gruppo: “Like La Motta” accontenta tutti i fan da “The Respect Issue” in poi, “Girls Don’t Like Boys, Girls Like 40′s And Blunts” ed “E” invece strizzano l’occhio ad un pubblico più ampio ed eterogeneo. Da sempre cripto nu-metal la backing band sfoggia oggi tutto il suo potenziale, affiancando esplicitamente ed in maniera continuativa arpeggi liquidi, bass drop e squelch rubati direttamente dalla coppia Head/Munky, chiamando così a raduno tutti gli orfani della scena per ravvivare le proprie file. Ad unire il tutto i pattern superlativi di Mark Rizzo, una garanzia dai tempi dei Bury Your Dead. Chi annuncia la bancarotta creativa, gli stessi a cui sono indirizzate “Most Hated” e “Free Publicity”, andrà incontro all’ennesimo mal di stomaco, a parere di chi scrive gli Emmure continueranno la loro scalata, senza indugi e senza guardare in faccia a nessuno.