8.0
- Band: EMMURE
- Durata: 00:31:00
- Disponibile dal: 26/06/2020
- Etichetta:
- Sharptone Records
- Distributore: Warner Bros
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Ancora sconvolti per “Look At Yourself” e per la sua incredibile muta, abbiamo oggi finalmente in mano “Hindsight”, secondo album degli Emmure 3.0, quelli che al mastermind Frankie Palmeri vedono associato il guitar hero Joshua Travis. Con un primo singolo rilasciato il 31 ottobre 2019 schiacciare ‘play’ alla fine di giugno 2020 è un atto liberatorio, ma l’attesa non è affatto sprecata: la combo in apertura “Finally Understanding Nothing” e “Thrash Folder” eleva il sound di “E” (da “Eternal Enemies”, 2014) all’ennesima potenza, con tanto di scratch come ciliegina sulla torta. Una volta ripresi da uno dei breakdown del 2020 (“Gipsy Disco”) viene dato sfogo alla linguaccia di Frankie nelle tracce più arroganti e violente del disco (“I’ve Scene God”, “Persona Non Grata”, “Thunder Mouth”), in barba alle dichiarazioni di pentimento che il mastermind ha rilasciato su Twitter in merito ai suoi comportamenti passati. Nella seconda parte c’è spazio per lo sviluppo delle melodie nei riff (“Pan’s Dream”) e qualche slancio elettronico/atmosferico (“Informal Butterflies”, “Bastard Ritual”, “Uncontrollable Descent”). Ad elevare “Hindsight” al di sopra del precedente c’è però il dono della sintesi, che abbassa in maniera consistente il minutaggio levando tutto il superfluo: i brani sono quindi più semplici, possono durare anche meno di due minuti ma possono al contempo appoggiarsi sulla fantasia e l’originalità di musicisti di gran gusto e fantasia come Travis e Miller. Eccelso il lavoro del producer WZRD BLD/Drew Fulk (forte di enormi successi sia nell’universo metal che in quello hip hop), che insieme alla band riesce a smussare quel suono djent ed elastico di “Look At Yourself” per una versione più organica. In generale, anche dal punto di vista vocale, si arriva alla perfetto bilanciamento tra le influenze deathcore e nu-metal grazie ai tributi a Korn e Limp Bizkit nelle vocals come al suono più liquido di alcuni passaggi chitarristici e all’uso complementare dell’elettronica, che incarnano in maniera ideale una band che può stare ed è stata in tour con As I Lay Dying appena dopo aver girato coi Rise Of The Northstar. “Hindsight” è l’incarnazione definitiva degli Emmure? Forse. Solo il fatto che ce lo stiamo chiedendo all’ottavo album in studio è una grandissima vittoria per loro.