7.0
- Band: ENABLER
- Durata: 00:43:00
- Disponibile dal: 07/08/2015
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Difficile parlare del nuovo album degli Enabler senza almeno accennare allo scandalo che ha coinvolto il leader Jeff Lohrber, recentemente accusato dalla sua ex ragazza – ed ex bassista del gruppo – Amanda Daniels di abusi sessuali. In attesa che venga fatta chiarezza, alcune delle pagine ufficiali del gruppo sono state rimosse nelle ultime settimane e pare che la Century Media Records abbia sospeso almeno parte della campagna promozionale attorno a questo nuovo “Fail to Feel Safe” (titolo che è tutto un programma, considerate le suddette vicende). Il disco, in ogni caso, è nelle nostre mani da qualche tempo e, visto che a quanto sembra verrà comunque pubblicato, non possiamo fare a meno di portarlo alla vostra attenzione. La miscela a base di crust hardcore e metal che Lohrber aveva coniato con le uscite precedenti prende qui una piega più melodica, svelando la volontà del chitarrista/cantante americano di dare alle proprie composizioni una identità più spiccata e una orecchiabilità maggiore. Le ritmiche si fanno meno nervose, qua e là viene scomodata addirittura la voce pulita e tutto ad un tratto iniziano a farsi largo influenze che sinora mai avremmo potuto associare a questo gruppo. Se non fosse per qualche sferzata palesemente “rubata” agli ultimi Converge, si potrebbe quasi vedere gli Enabler come una versione hardcore dei teutonici Disbelief. Questi ultimi da anni si fanno segnalare per la loro abilità nel rivisitare le melodie post punk dei Killing Joke in un contesto death/extreme metal; Lohrber qui fa sostanzialmente lo stesso, partendo però da basi che hanno più a che fare con Cro-Mags e Integrity piuttosto che con Obituary e Bolt Thrower. L’esperimento appare a tratti un po’ claudicante, ma nel complesso il risultato finale si rivela curioso e degno di attenzione: contenendo l’andatura, il chitarrista/cantante è riuscito a trovare il giusto spazio per dei veri ritornelli e al contempo ha saputo come mettere in risalto la propria voce, dando modo ai brani sia di picchiare che di accarezzare, senza perdersi in troppe lungaggini e senza apparire eccessivi in nessuno dei due registri. Come era stato per “La Fin Absolue Du Monde”, pare sempre esserci un po’ di caos alla base del songwriting, tuttavia “Fail to Feel Safe” può sicuramente essere considerato un passo in avanti per questa band, ora più vicina ad una propria identità. Le imputazioni a carico di Lohrber sono tuttavia pesantissime e non ci sarebbe affatto da sorprendersi se il progetto cessasse di esistere da qui a breve…