7.5
- Band: ENDLESS PAIN
- Durata: 00:38:51
- Disponibile dal: 16/03/2015
- Etichetta:
- Banksville Records
- Distributore: Audioglobe
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Quattordici anni di carriera, quattro full-length ufficiali e diverse uscite minori rappresentano il corposo pedigree degli Endless Pain, che si riaffacciano sul mercato discografico proprio con “Cosa Nostra”, nuovo album incentrato, come facilmente intuibile, sulle vicende mafiose dell’Italia meridionale e sui meccanismi di silenziosa omertà ed implicita connivenza che da sempre circondano questi fenomeni. Tema importante quindi, musicato dai Nostri con la loro ormai tipica miscela di extreme thrash metal per niente contrario a proficui flirt con il death metal, che variegano in parte la formula principale dietro a quale si sviluppano quasi tutte le canzoni dell’album. A spiccare immediatamente fin dai primi ascolti dell’album nella sua interezza, è il grande senso di coesione e compattezza sprigionato dalla tracklist, elemento sicuramente positivo che rende “Cosa Nostra” la classica mazzata sui denti priva di filler o cali di tensione che stemperino l’attitudine bellicosa della band, senza che questo impedisca però la presenza di particolarità che rendono distinguibili le canzoni tra di loro. “Nel Nome Del Padre” apre le danze non concedendo tregua alcuna all’ascoltatore, “Dishonor Before Death” introduce interessanti spunti melodici, mentre “Good Fuckin’ Fellas” dimostra come si possa risultare estremi e pesanti anche rallentando i ritmi e concedendosi aperture in mid-tempo, soluzione in verità sempre più utilizzata con il succedersi delle composizioni (“Murder Of Honor” e gran parte della successiva “Evil Empire” si muovono infatti su queste coordinate). Come detto però, non manca agli Endless Pain l’esperienza necessaria a variare le carte in tavola sul più bello, come l’inatteso incipit di “Omertà”, l’evoluzione meno ordinaria di “Transversal Vendetta” o la canzone di chiusura “Donna Rosaria”, dove riemerge lo spirito caldo e mediterraneo che giustamente si associa all’immaginario collettivo legato a determinate tematiche. Anche il sound del lavoro risulta equamente distribuito tra una pasta sonora grassa e rotonda, molto profonda e ben distinguibile nell’operato dei vari strumenti, ed una resa finale comunque molto genuina e “in your face”, evitando il rischio quindi di suonare impeccabile a livello di produzione, ma poco incisivo e personale nell’attitudine e nell’esecuzione. In definitiva, “Cosa Nostra” risponde con i fatti alle molteplici lamentele circa la mancanza di valide realtà italiane “storiche” capaci di tenere il passo con un music business in continuo cambiamento ed evoluzione: il combo bresciano invece, mostrando una mirabile fusione tra tradizione ed originale inventiva, riesce non solo a rimanere a galla, ma persino ad erigersi quale mirabile esempio di metal tricolore ottimamente concepito e realizzato.