7.0
- Band: ENFORCED
- Durata: 00:33:44
- Disponibile dal: 28/04/2023
- Etichetta:
- Century Media Records
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Con i leader Power Trip purtroppo fermi al palo da anni, i loro connazionali Enforced stanno cercando di scalare posizioni e di colmare il vuoto lasciato dalla band del compianto Riley Gale in ambito crossover-thrash. Dopo aver ben impressionato con il debut album “At the Walls”, il quintetto originario di Richmond, Virginia, ha provato a compiere il salto con il successore “Kill Grid”, uscito esattamente due anni fa per Century Media. Spostatosi da dinamiche sonorità crossover verso una severità più prettamente thrash metal, il gruppo non è tuttavia riuscito a convincere su tutta la linea con la sua seconda prova, scontrandosi talvolta con riferimenti agli Slayer spesso sin troppo evidenti e, in generale, con una serie di soluzioni molto tradizionali che alla lunga hanno evidentemente finito per renderlo prigioniero di una formula codificata.
Ripresa familiarità con il palco dopo le restrizioni legate alla pandemia, gli Enforced cercano ora un nuovo balzo in avanti con questo “War Remains”, opera che sin dalle prima battute mette in mostra un approccio un po’ più libero alla composizione, recuperando una spontaneità che in certi tratti era mancata nella fatica precedente. Caliamo la testina sul primo solco e ci ritroviamo avvolti da un suono più diretto, condotto attraverso brani brevi, in cui si torna a fare i conti con un’attitudine hardcore/crossover maggiormente distinta. Torna insomma a farsi vivo il sentore di Power Trip, con cadenze più semplici e una vena mosh che trova subito sfogo in alcuni rallentamenti ben assestati. Presente, come ovvio, anche l’influenza Slayer (così come quella di Sacred Reich e Cro-Mags), ma questa volta l’omaggio appare leggermente meno esasperato, in virtù di un songwriting più sciolto, ispirato alla dimensione live e quindi pensato per non essere pedissequa esecuzione di un paradigma arci-noto nella storia del thrash.
In sostanza, “War Remains” si configura dunque come una via di mezzo fra “At the Walls” e “Kill Grid”, con mestiere metal e anima hardcore che trovano un punto di incontro dando vita a un qualcosa di rustico, semplice, sincero, coerente con le aspettative e, proprio per questo, in qualche modo ‘rassicurante’. “The Quickening”, “Hanged By My Hand” e l’incipit in stile Obituary della title-track sono rappresentativi passaggi in questa invettiva di mezz’ora che la band statunitense colora con interpretazioni cariche di indiscussa spontaneità. In attesa di rivederli dal vivo, situazione in cui i cinque danno nettamente il loro meglio, un ascolto divertente che ci riconsegna una realtà onesta e genuina.
