7.5
- Band: ENFORCER
- Durata: 00:41:39
- Disponibile dal: 05/05/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Sembra ieri che gli Enforcer esordivano con l’esplosivo “Into The Night”, catapultandoli in breve tempo tra le formazioni più calde tra le giovani leve dedite al classic metal. Una parabola ascendente che li ha visti già al secondo disco passare per una casa discografica ‘di nome’ – seppur all’epoca già in fase crepuscolare – come la Earache e soprattutto l’approdo, con il terzo “Death By Fire”, presso la ben più solida Nuclear Blast. Un matrimonio tutt’ora in corso, non scalfito dalla mancanza di un ulteriore salto di popolarità da parte degli svedesi, rimasti sostanzialmente all’interno del circuito di amanti dell’heavy metal, senza che la loro proposta, divenuta anche più ‘facile’ sotto diversi aspetti, li portasse a una platea di fan più ampia di quella di partenza. I Nostri arrivano da uno “Zenith”, ultimo album del 2019, piuttosto eclettico e variegato, all’insegna di un compendio di tante sonorità legate al metal e all’hard rock, con una forte propensione a melodie facili e commerciali. Un connubio che ha portato a pareri contrastanti sull’operato della band: se da un lato si può storcere il naso per una diluizione dell’impeto di qualche anno addietro, dall’altro il melting pot stilistico dell’ultimo disco non era affatto riuscito male, per quanto forse i brani più leggeri non abbiano dimostrato chissà quanta longevità negli anni a seguire. Arriviamo quindi a “Nostalgia”, che fin dal titolo sembrerebbe voler arruffianare un’audience non per forza dedita all’heavy metal duro e puro, e che non disdegni affatto melodie ammiccanti e hit di poco impegno.
I contenuti, in verità, differiscono abbastanza da quanto accaduto nel precedente “Zenith”, riportando totalmente gli Enforcer nell’ambito del puro heavy metal, con venature speed molto più in vista di quanto non fosse accaduto nel disco di quattro anni fa. Gli ammiccamenti all’hair metal e all’hard rock se ne vanno in un angolino, per lasciare spazio a una voglia di uptempo incalzanti che riporta direttamente ai primi album degli svedesi. Le tentazioni melodiche rimangono appannaggio di un numero limitato di brani, mentre il grosso delle tracce si concentra sul connubio di NWOBHM, power e speed metal che ha fatto le fortune della band fin dagli esordi. Se pensavate quindi di ritrovare qualche nuova piccola sperimentazione, ripescaggio di sonorità vintage rispolverate alla maniera dei fratelli Wikstrand, rimarrete delusi. Al contrario, se dagli Enforcer chiedete esclusivamente anthem metallici nudi e puri, potreste essere pienamente in sintonia con loro. In effetti sembra di ritornare ai fasti di un “Death By Fire”, per via del numero di composizioni proiettate verso un ecosistema di ‘metallosità’ urlante, tra ritmiche tambureggianti, solismi affilati, vocalizzi squillanti e una mortifera combinazione di strofe in crescendo e chorus di facile presa.
Fa piacere ritrovare dei pezzi dritti al punto come “Demon” e “Kiss Of Death”, praticamente saldate in un unico abbraccio mortale; oppure la spumeggiante doppietta in apertura formata da “Unshackle Me” e “Coming Alive”, la tirata e un poco helloweeniana “At The End Of The Rainbow”. Gli Enforcer non si sono comunque persi per strada del tutto il loro lato leggero ed emozionale, che gli permette di architettare alcune gradevoli escursioni sul tema. Intanto la title-track, se vogliamo imperfetta nel suo dosare sonorità soft e malinconiche, ma che ci ha convinto per quel tono un po’ fanciullesco che i quattro sembrano non aver perso per strada invecchiando. Oppure le carezze elettroacustiche di “Heartbeats”, un riuscito tentativo di portare alla lacrima facile il metallaro di turno che se ne imbatta nell’ascolto. Sul finale, si segnala infine il tocco americaneggiante e commerciale della scatenata “White Lights In the USA”, una specie di Motley Crue del primo disco sottoposti a rinvigorenti cure di speed metal.
Forse gli si potrà imputare di non aver compiuto ulteriori salti di qualità dopo i fulminanti primi dischi, ma c’è da dire che se altre realtà sono cadute in breve nel dimenticatoio, gli Enforcer persistono con successo nella loro missione. E anche “Nostalgia” non delude chi ha fame di heavy metal e non ne gradisce chissà quali rivisitazioni in chiave moderna.