7.0
- Band: ENISUM
- Durata: 00:45:03
- Disponibile dal: 17/02/2023
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Traguardo importante per la band della Val di Susa, giunta con questo “Forgotten Mountains” al settimo full-length. Reso disponibile all’ascolto con un certo anticipo sulla data di uscita tramite il canale YouTube Black Metal Promotion – costante ed instancabile cassa di risonanza delle ultime uscite del genere a livello mondiale – l’ultimo nato di casa Enisum ‘rimette le cose a posto’ rispetto al mezzo passo falso rappresentato dal precedente ”Moth’s Illusion”, un disco che aveva cercato di avventurarsi lungo strade diverse dalle consuete, con esiti che non ci avevano convinto.
Il focus dei musicisti piemontesi torna ad essere sulla natura e i sentimenti che suscita, a cavallo tra la magniloquenza dei grandi spazi incontaminati e quella dolce malinconia che spesso si impossessa dell’animo umano quando si astrae dalla vita di città. Musicalmente e tematicamente la band si ricollega quindi al proprio passato, pensiamo soprattutto ad “Arpitanian Lands”, disco attraverso il quale Marcello Lys Apollinari e soci sono usciti dall’underground più profondo guadagnandosi l’attenzione di un pubblico più vasto, ma anche al più aspro “Seasons Of Desolation”. Nello specifico – per chi non avesse mai incrociato i lavori del gruppo – parliamo di un atmospheric black metal che, pur dovendo ovviamente molto alla scuola americana, ha saputo inserirsi nel genere portando elementi personali, riconducibili soprattutto alla particolare dimensione geografica e culturale nella quale la band è immersa: pensiamo ad esempio all’uso della lingua arpitana (francoprovenzale) in alcuni brani dell’album “Samoht Nara”, e in generale ai continui rimandi alla alla propria realtà locale (a partire dal nome stesso, anagramma del monte Musine, in Val di Susa).
Se conoscete già la discografia della band, sapete anche cosa aspettarvi, ovvero un’alternanza tra momenti furiosi ed altri più rilassati e riflessivi, black metal melodico di concezione ‘moderna’ e momenti puramente acustici/ambient, con pennellate di profonda malinconia, occasionalmente vicine al depressive. “Where You Live Again” è un po’ la “Arpitanian Lands” di questo lavoro: lunga opener in classico stile Enisum, i cui riverberi si estendono alla successiva title-track. “Night Forest” movimenta le cose a livello ritmico e vede inserimenti di strofe di cantato pulito a fare da contraltare al classico scream: è probabilmente la traccia più vicina alle atmosfere del lavoro precedente, ma qui gli echi grunge (che continuano a non convincerci) sono stemperati in una struttura dinamica che tocca piacevolmente lidi depressive. Molto più tradizionale e prettamente black metal è la successiva “Woods Of Sorrow”, ma il pezzo migliore del disco arriva quasi in coda: “Galaverna” alterna pieni e vuoti in modo molto espressivo, merito soprattutto di un pregevolissimo lavoro di chitarra, costruito su una melodia semplice quanto efficace.
Una caratteristica sicuramente apprezzabile è la scelta di mantenere una produzione piuttosto cruda e suoni sporchi, lontani dalle svolte patinate di altre formazioni europee del genere, in accordo con l’idea di frugalità legata alla vita di montagna, che lascia un tocco lo-fi al suono e mantiene intatta l’aggressività delle composizioni. Un altro punto a favore è messo a segno dalla bontà di alcune melodie, pensiamo ad esempio al pezzo di chiusura, quella “The Wind Smells Of You” che mette nuovamente in primo piano un’emotività scarna ed algida.
I limiti sono legati ad una formula che è ormai non solo collaudata, ma decisamente sfruttata e ci sono momenti di ‘autocitazione’, che in ogni caso non disturberanno lo zoccolo duro dei fan o chi si avvicina agli Enisum per la prima volta. Ascolto consigliato a chi fa del black metal atmosferico il proprio pane quotidiano.