8.0
- Band: ENISUM
- Durata: 01:00:38
- Disponibile dal: 22/04/17
- Etichetta:
- Avantgarde Music
- Distributore: Audioglobe
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La band piemontese, nata come progetto solista del chitarrista e cantante Lys e attiva da più di dieci anni, comincia a farsi realmente conoscere nella scena estrema italiana (e non solo) soprattutto grazie al quarto disco, “Arpitanian Lands”, uscito due anni fa e predecessore di questo “Seasons Of Desolation”. La proposta dei Nostri, black metal atmosferico che molto deve alla scena ‘cascadian’, trova nel nuovo lavoro ulteriori stimoli e influenze differenti: “Snow Storm” è esattamente ciò che il titolo suggerisce, ovvero un brano incalzante e dalla velocità sostenuta, con un cuore epico e melodico. Qui è il black metal più puro e anni ’90 a farla da padrone, quasi quattro minuti gelidi ed intensi. “Obscure Depths” è una vera sorpresa: black/death dalle forti tinte doom, un incedere marcio e sulfureo; anche il timbro vocale di Lys si adatta perfettamente, abbassandosi di tono e sfociando nel growl. Un pezzo violento, caotico e oscuro, forse leggermente slegato dal contesto ma, comunque, molto ben riuscito. Si tratta di piacevoli novità, in grado anche di stroncare le critiche di chi in passato ha ritenuto i dischi degli Enisum stilisticamente troppo omogenei. Naturalmente la componente più onirica e sognante, tratto caratteristico del combo piemontese, è sempre presente, come si capisce già dall’iniziale “Autumn Of Melancholy”. “Nameless Sadness” si sviluppa lungo coordinate analoghe, e vede inoltre il contributo alla voce di Epheliin. Quel che salta subito all’orecchio è però anche un forte dinamismo, merito soprattutto del lavoro dietro le pelli. L’impressione generale è che i Nostri siano molto maturati in termini di songwriting, ottenendo un bilanciamento quasi perfetto tra atmosfera e brutalità, con l’asticella leggermente a favore di quest’ultima componente. “Seasons Of Desolation” è un ottimo disco, vario e ricco di suggestioni senza per questo risultare disomogeneo o dispersivo: il trademark della band è ben presente in tutto il disco e allo stesso tempo sono visibili i segnali di un’apertura stilistica coerente con l’identità e il passato musicale del gruppo. Una delle più interessanti realtà italiane in campo estremo.