6.0
- Band: ENSLAVED
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
Prima di procedere alla specifica recensione del nuovo Monumensum vorrei fare una premessa: pur ritenendo gli Enslaved una band spesso eccessivamente sopravvalutata bisogna dar merito a Ivar e compagni di essere un gruppo coerente con le proprie idee perchè sin dai loro esordi hanno suonato unicamente per loro stessi, senza farsi abbindolare da nessuno. I nuovi Enslaved sono lontani dalle vecchie sonorità black-epiche di dischi come "Frost" (capolavoro ancora imbattuto) o il vichingo "Eld", perchè ora la band ha deciso indirizzare i propri esperimenti verso il doom, la psichedelia e il rock settantiano. Nonostante il concept si basi come sempre sulla mitologia nordica non troviamo più quegli inni epico-battaglieri tipici del Viking Metal. "Monumensium" è infatti un disco molto particolare, difficile da digerire al primo impatto, perchè alla sua matrice estrema unisce lunghe parti atmosferiche e strumentali volte a colpire la mente dell’ascoltatore con flash di psichedelia settantiana che da molto tempo non ascoltavo. Purtroppo una fusione di questo tipo, per quanto mi riguarda, avrebbe necessitato un lavoro più certosino negli arrangiamenti e nella strutturazione dei pezzi, in quanto certi sbalzi da metal estremo a doom visionario sembrano un collage senza senso. Nemmeno la presenza di ospiti come il musicista folk norvegese Tryvge Mathisen o il guru della psichedelia di Bergen Dennis Reksten riescono a dare un senso logico alle nove tracce di "Monumension". Ripeto, rispetto moltissimo gli Enslaved e la loro storia, però questo non basta a convincermi del tutto su un disco che, se strutturato in maniere più accurata e pensata, sarebbe potuto divenire un nuovo punto cardine per il metal estremo. Sarà per la prossima volta…