7.5
- Band: ENSLAVED
- Durata: 00:28:04
- Disponibile dal: 13/05/2011
- Etichetta:
- Scion A/V
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A un anno di distanza da “Axioma Ethica Odini”, gli Enslaved tornano in pista con un nuovo EP, registrato in parte nei Solslottet Studio di Bergen e in parte negli studio di proprietà del gruppo. L’opera è edita dalla Scion A/V (brand produttore di automobili in espansione su altri settori), che lo ha reso disponibile gratuitamente. Esaurite le premesse andiamo al piatto forte: la musica di queste cinque nuove canzoni. Avevamo lasciato i norvegesi in piena forma, fautori di una proposta musicale che miscelava argutamente avantgarde, psichedelica e reminiscenze viking metal, su cui sapientemente l’alternanza e la poliedricità vocale decidevano le sorti del brano. Su questo “The Sleeping Gods” gli Enslaved propongono la stessa miscela, variata traccia su traccia. Ecco quindi che “Heimvegen” è pezzo classico degli ultimi anni del gruppo, track perfetta che racchiude quanto descritto poc’anzi. Su “Alu Misyrki” il background thrash metal del gruppo fa capolino per un brano trascinante, che però presenta sempre i risvolti melodici dell’ultima versione Enslaved e un interessante finale con tanto di solo chitarristico. “Synthesis”, invece, è un pezzo strumentale, ambient, sei minuti di sussurri su una base psichedelica di sintetizzatore. Anche la seguente “Nordlys” è canzone strumentale, però animata: un brano vero, insomma, caratterizzato da un buon ritmo, che, considerata l’assenza di parti vocali, aumenta la concentrazione verso la strumentalità variante, ora calma, ora maestosa. A chiudere questo “The Sleeping Gods” è la traccia omonima, una vera perla di epicità. Qui gli Enslaved tornano, per quanto possibile – ovvero mantenendo l’incarnazione musicata degli ultimi anni – alle origini: va in scena il viking metal. La traccia si muove a basso ritmo, senza la presenza invasiva dell’elettricità su chitarra e della batteria, che lascia il passo a più morbide percussioni. È Grutle a ergersi a protagonista del brano, con un’interpretazione maestosa, abbandonando il suo ferace screaming per abbracciare un armonioso e alto cantato sui tamburi che, assieme agli inserti molto illuminati di tastiera, costruiscono una sorta di inno. Pezzo capolavoro.“The Sleeping Gods” è in definitiva l’ennesimo diamante della discografia Enslaved. Acquisto (gratuito) e ascolto quindi obbligatori.