7.5
- Band: ENTOMBED A.D.
- Durata: 00:36:17
- Disponibile dal: 30/08/2019
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Attempati, ma sempre irriverenti ed esuberanti. Oggi potremmo riassumere cosi il carattere degli Entombed A.D., che con “Bowels of Earth” giungono al traguardo del terzo album in studio. Dopo un avvio un po’ incerto, l’incarnazione degli Entombed guidata da LG Petrov ha trovato la sua strada con il convincente “Dead Dawn”, disco dal quale questa nuova opera prende palesemente le mosse, spingendo il sound degli svedesi verso lidi ancora più diretti e aggressivi. Come al solito, non è il caso di scomodare troppi paragoni con certe pietre miliari della storia del death metal, ma è ovvio che la band stia cercando con sempre più insistenza di recuperare un impatto e un’urgenza ispirati alle origini. Un proposito assolutamente sensato, vuoi perché sinora Petrov e soci hanno dimostrato di trovarsi maggiormente a proprio agio sui registri più vigorosi, vuoi perché la loro scaletta nelle esibizioni live da sempre consta per lo più di cover dei primi Entombed; quindi, a questo punto, perché non scrivere musica più vicina a quelle coordinate?
L’impronta coriacea delle nuove canzoni è evidente sin dall’analisi di una resa sonora che ancora una volta appare più sporca rispetto a quella del primo album, “Back to the Front”; sarebbe sbagliato parlare di minimalismo, perché la produzione è tutto fuorché lasciata al caso, ma di certo in sede di regia la band non si è lasciata sedurre dalla tentazione di strafare.
Come nei lavori precedenti, è sempre e comunque l’interpretazione di Petrov a tenere in piedi tutto, con strofe e chorus puntualmente ben delineati, tuttavia non è campato in aria parlare di “Bowels of Earth” come del disco degli Entombed A.D. più riuscito anche per una scrittura che mantiene alta la tensione, grazie a scelte stilistiche centrate e ad una apprezzabile continuità qualitativa. La band, da qualche tempo raggiunta dal chitarrista Guilherme Miranda, preme sull’acceleratore e si guarda bene dal rallentare troppo o dal complicare le cose con intarsiature fuori dalla propria portata, mettendo in primo piano una serie di riff snelli ed efficaci e mostrando una sincerità di fondo che riesce a incrementare il coinvolgimento emotivo ascolto dopo ascolto. Si sentono echi di un “Wolverine Blues” e degli episodi più tirati di un “Morning Star”, ma da tracce come “Torment Remains” e “Through the Eyes of the Gods” emerge anche una vena sinistra che finalmente sa di vero e proprio death metal. A nostro avviso gli Entombed A.D. dovrebbero suonare sempre così, senza strafare, andando dritto al sodo e spingendo sul pedale dell’impatto e della volgarità. Sono proprio questa genuinità, l’assenza di pretese e l’ottima capacita di sintesi a fornire a “Bowels of Earth” una marcia in più rispetto ai suoi predecessori.