6.0
- Band: ENTOMBED
- Durata:
- Disponibile dal: /08/2003
- Etichetta:
- Music For Nations
- Distributore: Audioglobe
Gli Entombed sono una band che non finirà mai di stupire, spiazzare e persino far incazzare i propri fan. Col precedente “Morning Star” avevano fatto gioire praticamente tutti grazie ad un disco che, senza perdere l’immediatezza e la sfrontatezza dei loro lavori più recenti (“Uprising” su tutti), aveva recuperato l’irruenza e la forza scardinatrice tipicamente death metal dei loro esordi. Un vero monster album che era riuscito nell’impresa di mettere d’accordo vecchi e nuovi fan. Con questo nuovo “Inferno” però gli Entombed hanno ben pensato di ritornare sui propri passi e di mettere da parte la nostalgia per il death metal e per i tempi che furono. Si sono riavvicinati alle sonorità più scanzonate apparse sul loro penultimo lavoro e hanno sfornato una sorta di “Uprising 2”, prodotto in maniera peggiore e qualitativamente inferiore ad entrambi i dischi precedenti. E’ soprattutto il suono generale dell’album a non convincere, sì grezzo, ma troppo esile e moscio, ed anche alcuni episodi, concentrati soprattutto nella parte centrale, lasciano piuttosto a desiderare, eccessivamente controllati per una band come la loro. Non ci sono brani particolarmente brutti o scadenti, ma, a ben guardare, si finisce per esaltarsi realmente solo nei pezzi più aggressivi e pesanti, ovvero “The Fix Is In”, “Incinerator”, “That’s When I Became A Satanist” e “Flexing Muscles”. Il resto scorre via quasi inosservato e ciò, lasciatecelo dire, è una cosa gravissima per un album degli Entombed. Intendiamoci, è ammirevole e giusto che la band sperimenti e che non si fossilizzi sulle solite sonorità, ma ad un certo punto dovrebbe però riuscire a capire cosa le riesce bene e cosa no. “Inferno” non deve assolutamente essere considerato un brutto lavoro, ma è innegabile che rappresenti un passo indietro per Uffe Cederlund e compagni dopo un paio di lavori eccezionali. Alla prossima, sperando nel loro ennesimo cambio di idea.