
voto
10.0
10.0
- Band: ENTOMBED
- Durata: 00:39:51
- Disponibile dal: 01/05/1990
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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Si potrebbero utilizzare tantissime parole per descrivere “Left Hand Path”. La prima che ci viene in mente, molto spontaneamente, è “capolavoro”. Perchè ascoltando e riascoltando questo disco – magari avendo davanti l’epocale copertina firmata da Dan Seagrave – non si riesce davvero a pensare che ci sia un elemento stonato o qualcosa che potesse essere sviluppata meglio. Come un puzzle, tutto è al proprio posto e tutto ha una funzione ben precisa. Bastano i sei minuti e mezzo della title track, da sempre il brano più famoso del repertorio dei death metallers di Stoccolma, a mettere in chiaro le cose e a lasciare chiunque a bocca aperta. E’ il 1989 e nessun’altra band al mondo suona come gli Entombed. L’attacco è ferocissimo e senza fronzoli, eppure perfettamente calibrato. Le chitarre godono di un suono mai udito prima di allora, distorte a tal punto da sembrare delle motoseghe, ma da esse riescono comunque a emergere degli incredibili spunti melodici, mentre la sezione ritmica tiene tutto sotto controllo con delle soluzioni secche e precise. A un primo ascolto, è sicuramente il micidiale impatto complessivo a colpire il fortunato ascoltatore, ma bastano poche fruizioni più attente per accorgersi che quella in questione sia una band fuori dal comune. Si noti infatti l’atipico sviluppo del brano: partenza senza compromessi, break cadenzato e già vagamente melodico, contro-break velocissimo e conclusione malinconica e liberatoria, con una punteggiatura di tastiere e un assolo di chitarra tra i più toccanti mai sentiti in questo campo. Il tutto, come dicevamo, confezionato in suoni ruvidissimi, eppure sempre ben lontani dal risultare pura cacofonia. Tomas Skogsberg raggiunge qui il punto più alto della sua carriera di produttore, trovando un bilanciamento praticamente perfetto tra tutti gli strumenti, senza però sacrificare un briciolo della genuina irruenza dei ragazzi. “Left Hand Path” colpisce dritto al cuore soprattutto perchè trattasi di un album “giovane”, composto e suonato da ragazzi ancora all’inizio della carriera, con tantissime idee, ma già in grado di ordinare queste ultime in canzoni di senso compiuto, che si fanno ricordare ben presto pur avendo dalla loro tantissimi riff e sezioni diverse. In questo senso, è forse il background punk/hardcore di alcuni dei membri del gruppo a giocare un ruolo fondamentale: gli Entombed a questo punto sono già una delle death metal band più brutali in circolazione, eppure la loro proposta è forte di un groove e di una (relativa) immediatezza che non ha eguali nella scena. Di conseguenza, i quaranta minuti dell’album volano via senza quasi che ce se ne renda conto, tanto si è presi dal frenetico succedersi dei riff e dal fluidissimo drumming di Nicke Andersson, in questo momento leader assoluto e unico compositore della formazione. Non va inoltre sottovalutata la performance dietro al microfono di LG Petrov, che prontamente si adegua all’andamento brutale ma catchy del materiale, tirando fuori un growling selvaggio, tuttavia sempre intellegibile. Con “Left Hand Path”, gli Entombed piombano insomma sulla scena death metal come un fulmine a ciel sereno: raramente un debut album è apparso tanto curato ed efficace, senza contare che in questo caso stiamo anche parlando di un disco forte di una personalità sconvolgente, che di lì a poco influenzerà legioni di band e convertirà al death metal migliaia di appassionati. Grazie a “Left Hand Path” gli Entombed diventano un nome fondamentale per l’intero movimento (un titolo che gli resterà a vita), mentre la Svezia perde definitivamente la sua innocenza – già messa seriamente a repentaglio dall’esplosione dei Bathory – e inizia a farsi segnalare come la nuova Mecca della musica estrema, alla faccia di chi pensava che il massimo che la nazione scandinava potesse offrire in campo rock/metal fossero gli Europe! Nient’altro da aggiungere: se dovete possedere solo cinque dischi death metal nella vostra collezione, “Left Hand Path” deve assolutamente rientrare nella lista. Semplicemente fondamentale!