7.0
- Band: ENTOMBED
- Durata: 00:41:30
- Disponibile dal: 25/06/2007
- Etichetta:
- Candlelight
- Distributore: Audioglobe
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Un album degli Entombed senza Uffe Cederlund? Praticamente, con le dovute proporzioni, è come pensare ad un album degli Slayer composto senza l’apporto dell’ascia di Kerry King! Sembra tutto assurdo, eppure stiamo parlando di un fatto reale… “Serpent Saints – The Ten Amendments”, il nono full-length del leggendario gruppo svedese, segna l’inizio di una nuova era per quest’ultimo, oggi privo del suo songwriter principale dell’ultimo decennio ma, apparentemente, ancora desideroso di scrivere musica e di portare avanti un progetto nato quasi per gioco vent’anni fa nei sobborghi di Stoccolma e oggi visto da chiunque come l’artefice principale della nascita della mitica scena death metal svedese. Lo split, almeno per i fan, è stato doloroso (così come fu quello, ancora più importante, da Nicke Andersson 10 anni fa), ma LG Petrov e Alex Hellid si sono rimboccati le maniche, hanno serrato i ranghi e costruito una nuova solida lineup con il batterista Olle Dahlstedt e il bassista Nico Elgstrand. I nostri hanno impiegato molto tempo per portare a termine il songwriting per questo disco… la pubblicazione è stata più volte rimandata e ad un certo punto non si sapeva davvero più che cosa aspettarsi. Vista la dipartita di Cederlund, si temeva soprattutto che il risultato finale sarebbe stato davvero al di sotto dei normali standard della band, tra l’altro già recentemente protagonista di un mezzo passo falso con “Inferno” (per non parlare del datato “Same Difference”!). Ma una situazione tanto incerta e il generale scetticismo dei fan devono evidentemente aver influito in maniera abbastanza positiva su Hellid e soci, che dopo tanta attesa tornano sulle scene con un lavoro senz’altro non perfetto, ma in ogni modo ricco di spunti interessanti e di canzoni nuovamente curate e grintose. Recuperate per l’ennesima volta delle belle dosi di distorsioni e ritmiche death metal – le quali vanno a spalleggiare la ormai più che collaudata intelaiatura rock’n’roll – gli Entombed nel 2007 giocano a rileggere il sound dell’ottimo “Morning Star”, aggiungendo inoltre alle trame care a quest’ultimo anche un paio di sterzate verso lidi ancora più prossimi allo stile degli esordi. A tratti si potrebbe parlare a tutti gli effetti di un mix fra le sonorità di “Morning Star” e quelle del caro, vecchio “Wolverine Blues”, tuttavia va sottolineato come la qualità dei brani non raggiunga sempre livelli degni di nota: “In The Blood” e “Ministry”, ad esempio sono sin troppo ingenui, mentre “Love Song For Lucifer” è sostanzialmente un outro senza infamia e senza lode. Magnifica, invece, la title track – uno dei migliori brani composti dalla band negli ultimi anni – così come “Masters Of Death”, “When In Sodom” e “Warfare, Plague, Famine Death”. In definitiva, abbiamo perciò a che fare con un disco che se da un lato non ha alcuna pretesa di proporre qualche novità, dall’altro riesce a divertire più di “Inferno” grazie ad un songwriting mediamente ispirato e a delle performance vocali e strumentali molto decise ed efficaci. Test superato, dunque? Tutto sommato sì: i giorni migliori degli Entombed sono forse ormai definitivamente lontani, ma “Serpent Saints” è comunque un lavoro che qualsiasi fan degli album menzionati qualche riga fa dovrebbe riuscire ad apprezzare. All together now: 666!!!