6.5
- Band: ENTRAILS
- Durata: 00:41:56
- Disponibile dal: 15/05/2015
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Gli Entrails non sono tra le swedish death metal band più talentuose in circolazione, ma sicuramente vanno annoverate tra quelle più attive e diligenti. Rimboccandosi le maniche e sfruttando al meglio ogni opportunità, in breve tempo Jimmy Lundqvist e compagni sono riusciti a crearsi un seguito di tutto rispetto, a firmare per un’etichetta importante come la Metal Blade e a suonare ad eventi sempre più prestigiosi. Ascoltando il nuovo “Obliteration”, quarto full-length della loro carriera, ci si ritrova a fare i conti con gli stessi concetti di sempre: la classe appartiene ad altri (vedi Demonical o gli ormai inossidabili Grave), ma, allo stesso tempo, risulta difficile disprezzare in toto questi quattro svedesi. Il “problema” degli Entrails va rintracciato in un songwriting sostanzialmente altalenante: negli anni il gruppo ci ha regalato una bella serie di mini-hit (“Blood Red”, “Entrails”, “To Live Is to Rot”, “In Pieces”, “Bloodhammer”…), ma non è mai riuscito a confezionare un disco davvero solido dall’inizio alla fine. “Obliteration” purtroppo non cambia il trend: come gli altri album, presenta dei pezzi molto coinvolgenti e immediatamente riconoscibili accanto ad episodi ben più piatti e dozzinali. “No Cross Left Unturned”, “Epitome Of Death” o “Re-Animation of the Dead” andranno quasi certamente a rimpolpare la scaletta dei prossimi concerti, mentre “Bonestorm” o “Abyss Of Corpses” finiranno subito nel cosiddetto dimenticatoio, puntualmente uccise dal tasto “skip”. Piace il modo di comporre dei Nostri, che visibilmente prestano grande attenzione alle strutture di ogni brano e cercano costantemente il chorus vincente, ma l’ispirazione nel riffing di chitarra non sempre è loro amica. E ciò, come ovvio, è un peccato, visto che nei loro momenti migliori gli Entrails appaiono quasi come degli Unleashed più heavy ed ignoranti, con il grilletto facile per ritmiche in d-beat e cadenze pachidermiche. In ogni caso, non crediamo che vi fosse qualcuno in attesa di un vero capolavoro da parte del quartetto: gli Entrails sono da sempre dei fabbri e “Obliteration” lo conferma in pieno. Coloro che hanno soprattutto a cuore integrità, genuinità e attaccamento alla tradizione andranno ancora una volta sul sicuro.