5.5
- Band: ENTWINE
- Durata: 00:42:57
- Disponibile dal: /04/2004
- Etichetta: Spikefarm Records
- Distributore: Audioglobe
Tornano a farsi sentire i finlandesi Entwine, con un album di goth metal/rock piuttosto sperimentale, nel quale si rintracciano anche influenze di band non esattamente appartenenti al genere come Linkin Park e Rammstein. Musica quindi moderna e dalla spiccata propensione per ritornelli e melodie immediati, che di metal ha solo la pesantezza delle chitarre e che pare esser destinata ai goth club di mezza Europa. The 69 Eyes e HIM sono senz’altro i gruppi a cui i nostri guardano con più ammirazione, ma, come si diceva, anche Linkin Park e Rammstein sembrano rientrare tra i loro ascolti preferiti. Dai primi infatti i finlandesi traggono ispirazione per la costruzione di certe song, dal piglio pseudo nu e molto dinamiche all’altezza dei ritornelli, dai secondi la severità delle chitarre che, pur essendo heavy, rimangono sempre in territori tanto monolitici quanto innocui. Gli Entwine sembrano perciò volersi staccare almeno in parte dai trend imperanti nella loro terra natìa… un intento senz’altro ammirevole! Il punto però è che “Dieversity” non risulta accattivante quanto ci si aspetterebbe. In certe canzoni infatti le melodie non sono molto ispirate o non sono vincenti quanto il genere richiederebbe, altri pezzi si perdono dopo un paio di minuti in un riffeggiare tutt’altro che personale e, per finire, il singer appiattisce spesso le buone cose create dalla band con vocals monotone o troppo dark oriented, inadatte a certi stacchi più moderni. “Dieversity” appare quindi come un disco poco ispirato e di transizione, nel quale la band ha fatto confluire sound tradizionale e nuove influenze con molto disordine e pressappochismo, riuscendo a convincere solo in occasione dei pezzi più legati al vecchio stile. Le idee base degli Entwine non sono malvagie, c’è però tantissimo da perfezionare.