7.0
- Band: ENUFF Z'NUFF
- Durata: 00:43:37
- Disponibile dal: 10/07/2020
- Etichetta:
- Frontiers
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Anche per gli Enuff Z’nuff è tempo di tornare in pista a due anni dalla loro ultima fatica discografica. Gli esponenti del rock “take it easy, peace and love” sono stati in tour per molto tempo nell’ultimo paio d’anni e purtroppo hanno perso per strada il chitarrista Tony Fenelle, uscito dalla band per dedicarsi ai suoi altri progetti musicali. Al suo posto è rientrato Alex Kane, già membro del gruppo tra il 1987 e 1988. A onor di cronaca questo avvicendamento non ha particolarmente danneggiato la band, che con il nuovo “Brainwashed Generation” si dimostra ancora in buona forma. La breve intro “The Gospel” dopo una manciata di secondi lascia spazio a “Fatal Distraction”, che attacca riprendendo il famoso tema del Westminster Quarters. Questo brano ci presenta gli Enuff Z’Nuff nella loro veste più tradizionale e non stonerebbe se incluso nei primi album della band, grazie alle sue atmosfere leggere, colorate e alle melodie semplici ed orecchiabili che si stampano subito in testa. Chip Z’Nuff ormai si è appropriato del ruolo di cantante e la sua voce calza a pennello all’interno dei brani. “Help I’m In Hell” possiede una solida sezione ritmica, mentre le parti melodiche possono ricordare il sound più immediato degli immortali Beatles. La formazione americana con “Strangers In My Head” ci regala un brano meno scontato, più articolato e mai banale, per una volta la semplicità viene messa da parte con ottimi risultati. A rendere ancora più appetibile questo “Brainwashed Generation” ci pensa la carrellata di ospiti speciali chiamati da Chip Z’nuff, tra cui l’onnipresente Mike Portnoy, Daxx Nielsen dei Cheap Trick e niente meno che Donnie Vee, chitarrista e voce originale degli Enuff Z’Nuff. Un ritorno molto piacevole che si ascolta tutto d’un fiato senza alcun intoppo, grazie alla proposta che mette insieme rock, hard rock (poco), un po’ di psichedelia e tanta energia positiva. Menzione particolare per la copertina dell’album, che nel mostrare in modo semplice sotto un albero dei ragazzi di diversa età concentrati unicamente sul loro smartphone rappresenta molto bene uno dei grandi problemi di questo secolo. Sono trascorsi trentuno anni dal debutto discografico degli Enuff Z’Nuff, tra alti e bassi fa piacere che siano ancora qui ad allietare i nostri ascolti con musica mai troppo cervellotica che ci permette di passare quarantacinque minuti scarsi di puro relax.