EPICA – Consign To Oblivion

Pubblicato il 30/07/2005 da
voto
7.0
  • Band: EPICA
  • Durata: 00:52:41
  • Disponibile dal: 21/04/2005
  • Etichetta:
  • Transmission Records
  • Distributore: Frontiers

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L’invasione dei gruppi guidati da front-girls continua! Era prevedibile che, fin dal successo planetario degli Evanescence, la situazione prendesse questa piega. Ma intendiamoci, non è necessariamente un male. Nel caso degli Epica si è rivelato sicuramente una buona eccezione. Tuttavia, per quanto riguarda la scena olandese, spiace sentire (e vedere!) un altro gruppo valido come i Within Temptation fare il verso, non riuscendoci molto bene, agli americani (basti ascoltare “Stand My Ground”). Tornando agli Epica, fin dall’inizio chi scrive era rimasto poco ben disposto nei confronti della band olandese, uscita dal nulla e fin troppo pompata. Il debut album infatti non aveva fatto altro che confermare questa tesi, mostrando un gruppo acerbo e poco ispirato. Ma le cose cambiano, e se Dio vuole, l’impegno a volte viene ripagato. Dopo una miriade di singoli ed un CD/DVD, gli Epica infatti ci consegnano il nuovo “Consign To Oblivion”, e la sorpresa è assicurata. Un intro orchestrale in stile Kamelot e Shaman (assomoglia molto infatti all’intro “Ancient Winds” di questi ultimi) ci introduce nel lavoro. Gli elementi della band escono progressivamente, da contrappunti lirici a geometrie melodiche variegate. Decisamente un buon inizio. Esplode “Dance Of Fate”, e non potrete non pensare ai Nightwish nei possenti cori lirici. Molto bella, molto ben costruita, con una Simone Simons davvero irriconoscibile, molto più capace rispetto al già citato debut. Un appunto va alla produzione. Certo, il producer Sascha Paeth rimane sempre un genio del genere, ma in questo caso ha optato per enfatizzare eccessivamente il lavoro orchestrale, penalizzando e non poco il suono delle chitarre, relegate in secondo piano, pregiudicando inevitabilmente l’impatto dei pezzi che, forti di un sistema corale davvero di prim’ordine, diventerebbero delle vere bombe. Ma non possiamo avere tutto dalla vita. “The Last Crusade” ci ha richiamato alla mente alcuni episodi del bel progetto firmato Paeth, chiamato “Aina”. “Solitary Ground” è un bellissimo mix tra After Forever ed Evanescence, mentre è con “Quietus” che tocchiamo il picco più alto della produzione. Come far convivere Rhapsody, Nightwish e Within Temptation? Semplice, con tanta perizia compositiva ed altrettanta abilità esecutiva. Il pezzo è davvero strabiliante, dai passaggi medievaleggianti ai vocalizzi soprano davvero ben orchestrati. Nonostante tutto, però, notiamo con rammarico come questo gothic melodico mostri un limite (che è anche caratteristica del genere): una pressochè nulla varietà ritmica. Sarebbe molto bello infatti ascoltare dei bei riff, potenti, cangianti, come accompagnamento della singer. Ed alla fine, sugli ultimi brani, la stanchezza si fà sentire, e l’attenzione cala sensibilmente. Un buon lavoro comunque per la band, che solleva la testa dopo un inizio di certo poco esaltante. Alla prossima!

TRACKLIST

  1. Hunab K'u - "A New Age Dawns" - Prologue
  2. Dance Of Fate
  3. The Last Crusade - "a New Age Dawns" #1
  4. Solitary Ground
  5. Blank Infinity
  6. Force Of The Shore
  7. Quietus
  8. Mother Of light - ""A New Age Dawns" #2
  9. Trois Vierges
  10. Another Me "In Lack'eck"
  11. Consign To Oblivion - "a New Age Dawns" #3
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