7.0
- Band: EPICA
- Durata: 01:03:24
- Disponibile dal: 09/12/2005
- Etichetta:
- Transmission Records
- Distributore: Frontiers
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Mettetevi l’anima in pace, niente headbanging in vista con questo “The Score – An Epic Journey”. Come anticipa il titolo, stiamo parlando di una colonna sonora orchestrale, che gli Epica (principalmente nelle persone di Mark Jansen e Yves Huts) hanno confezionato per supportare le immagini di un film. Ed è proprio la natura della musica proposta qui a donarci un piacevole senso di sorpresa. E’ difficile infatti non immaginare scenari prima celestiali poi apocalittici, anche se non abbiamo idea di cosa tratti il film da cui tutto è nato. “The Score” consta di 20 composizioni: 16 pezzi orchestrali e 4 remake dal precedente “Consign To Oblivion”. Colpisce subito la qualità delle composizioni, che si assesta su una buona sufficienza per gran parte dei frangenti, ed è interessante, per chi è appassionato di colonne sonore come il sottoscritto, cercare nelle varie composizioni le influenze o le citazioni dei grandi compositori hollywoodiani. Andiamo da Hans Zimmer nell’opener “Vengeance Is Mine” ed “Unholy Trinity” a John Williams in “The Valley” (troppo simile al tema portante di “Star Wars”), da Vangelis in “Caught In A Web” a Danny Elfman in “Under The Aegis”. Nulla da contestare, anzi, è sempre bello sentire composizioni orchestrali dotate di spina dorsale e di impatto, nonostante l’assenza di chitarre elettriche e batteria. I pezzi cantati, come “Trois Vierges”, “Solitary Ground” e la bellissima “Quietus” acquistano nuova vita in queste nuove riproposizioni. Buono ma non ottimo il lavoro sonoro, ad opera del genietto Miro ai Gate Studio tedeschi (Rhapsody, Angra e mille altri), con una buona resa delle parti orchestrali ma una scadente qualità degli archi solisti. Un lavoro che non mancherà di appassionare chi è alla ricerca di qualcosa che talvolta esuli dal metal, per chi qualche volta vuole riposare le orecchie con qualcosa di tranquillo. Da premiare la scelta della band: poche volte ci sembra di ricordare un’operazione simile. Ci viene in mente solo l’immenso Peter Gabriel con i suoi “Passion”, “Rabbit Proof Fence” e “Long Walk Home”. E scusate se è poco…