4.0
- Band: EPSILON
- Durata: 00:41:03
- Disponibile dal: 27/06/2011
- Etichetta: Refused Rec.
- Distributore:
A volte recensire è un mestiere duro e ingrato, ed è quando capitano album come quello di cui ci accingiamo a scrivere che l’ascolto della musica amata diventa fatica e disperazione. Ci si chiede come si possa al giorno d’oggi proporre ancora dischi così banali e privi di mordente, dove si mischiano stili e influenze in diverse canzoni con la speranza di imbroccarne una buona. Gli Epsilon partono dal death metal carico di groove, corposo e lento, e si spostano verso il pop (“Foxy Knoxy”), buttano dentro inserti industriali e tastieristici alla Dark Tranquillity in altre canzoni, ripassano per il death brutale, farciscono con strutture melodiche noiose e ripetitive all’inverosimile e confezionano il tutto con un vocione growl della timbrica più comune. Noiosi all’inverosimile. Scopriamo, tramite qualche informazione trovata su internet – poiché i nostri non si sono neanche sprecati a spedire una sorta di biografia – che sono austriaci e che dovrebbero suonare un thrash metal di cui nel nostro ascolto non v’è traccia. In compenso, hanno una bella foto promozionale che li ritrae accovacciati nella benda di un escavatore. A voler esser maligni, musicalmente si consiglierebbe una sepoltura immediata. Ad ogni modo, le canzoni scorrono via identiche man mano che l’ascolto prosegue e il gong finale giunge come una liberazione, come il respiro dopo un’immersione profonda lunga quarantuno minuti. Ricorderete la banalità delle varie canzoni degli Epsilon, così come il loro nome, molto a lungo, evitandoli come la peste e cercando di impiegare meglio il vostro tempo.