5.5
- Band: EQUILIBRIUM
- Durata: 00:42:32
- Disponibile dal: 16/08/2019
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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L’unico dato di fatto è che con questo ultimo lavoro la band tedesca seppellisce a titolo definitivo la vena compositiva folk metal d’inizio carriera che caratterizzò la loro rapida ascesa dall’underground. Se avete ancora in mente le sonorità di “Sagas” e “Rekreatur” scordatevele, a trame del genere “Renegades” non ci si avvicina e nemmeno vuole farlo, l’unica cosa in comune rimangono i tastieroni in bella mostra. Per chi invece avesse seguito l’intero percorso artistico della band potrà trovare in “Renegades” la naturale evoluzione di “Armageddon” e di una band che si sta staccando sempre più dalla sua matrice sonora d’esordio forse per aumentare il loro bacino d’utenza o forse per una mera crisi d’ispirazione. Quell’utilizzo di tastiere ridondanti che da “Erdentempel” cominciano a fare capolino in maniera massiccia, ritornello di “Was Lange Wahrt” per intenderci, nella nuova fatica diventano la colonna portante degli arrangiamenti e ci troviamo dunque a dover sentire brani come “Himmel Und Feuer” in cui le banali linee melodiche folk proposte dal quintetto tedesco vengono traslate su sintetizzatori dalle sonorità di dubbio gusto, passando per piccoli passaggi simil dub-step risultando sempre sezioni troppo scollate rispetto al contesto musicale del disco. Prendiamo ancora ad esempio “Path Of Destiny” che contiene quell’orrenda parte rap buttata lì a casaccio a testimonianza dello smarrimento della bussola da parte della formazione. In generale non è un album che brilla per acume compositivo più che altro punta su un tiro diretto ed estremamente semplice sfruttando una produzione plasticona e bombastica dal piglio ultramoderno per trovargli un senso. Quindi in definitiva l’album è ben prodotto per quello che è il materiale proposto ma mancano gli elementi caratterizzanti come melodie, soli, armonizzazioni e cavalcate da bagordi celtici (più in generale l’album non fa traspirare niente di metal se non qualche cliché) ed a fine ascolto quindi qui ci si troverà al bivio: accettare la mutazione e prendere gli Equilibrium per quello sono ora – ed allora il nostro voto farà storcere il naso – oppure rimpiangere i tempi dei primi lavori e sperare in un ritorno alle origini. Ai posteri l’ardua sentenza.