7.5
- Band: EREB ALTOR
- Durata: 00:24:09
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Hammerheart Records
- Distributore: Audioglobe
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Confortante anticipazione in vista del prossimo album, previsto per la seconda metà dell’anno in corso, quella lanciata dagli Ereb Altor: quattro brani che confermano la progressiva crescita della band svedese, testimoniata anche dall’ultimo full-length targato “Järtecken”. Un EP articolato, poliedrico, che in poco più di venti minuti racchiude tutte le potenzialità artistiche del combo scandinavo, convogliando in un sol binario viking, epic, folk e blackened metal distribuiti perfettamente all’interno di ognuno degli episodi presenti; il tutto, tenendo sempre lo sguardo ben impresso sull’oracolo innalzato ai sommi Bathory. Protagoniste ancora una volta le tastiere, adatte e puntuali ad alimentare egregiamente le pagane e tribali atmosfere ad hoc costruite solenni dalla coppia Mats e Ragnar, caparbi e imperterriti nello sfornare lavori in studio, perennemente divisi tra gli Ereb Altor e i più cupi Isole. Un binomio impeccabile, in grado di esprimere due varianti ben strutturate e, soprattutto, non sovrapposte. Ma se finora erano stati propri i secondi a convincere maggiormente, grazie ad una scelta sonora più marcata e, se vogliamo, decisa, con il qui presente “Eldens Boning”, anche gli Ereb Altor sono riusciti ad evidenziare il perimetro entro il quale tracciare la propria proposta, eliminando quelle sferzate black che in passato avevano destato più di un dubbio, ‘limitandosi’ a suonare ciò che, a conti fatti, ottiene un miglior risultato.
Scelte certificate dall’opener “The Twilight Ship”: il tono epico, avviato dall’intro arcaico, viene rafforzato dall’entrata in scena di riff taglienti disegnati su melodie nordiche ad anticipare uno stacco strumentale malinconicamente sublime; pezzo clou che, crediamo, troverà posto nei prossimi live set. Emozioni che raccolgono immediata linfa nella successiva “Fenrisulven”: acustica e mite, impreziosita da parti di violino, è la giusta risposta alle trepidazioni precedenti. Un’accoppiata vincente che sfocia dritta dritta nella titletrack, caratterizzata dal versante blackened degli Ereb Altor: cruda, rocciosa, comunque attenta a mantenere quel grado d’epicità di fondo, si presenta anch’essa come uno dei brani migliori rilasciati dalla band svedese nell’ultimo periodo. A chiudere l’EP ci pensa “Sacrifice 2.0”, la quale, riprendendo quanto già pubblicato nell’album “Fire Meets Ice”, ci offre un pezzo più rapido e serrato rispetto a quello realizzato otto anni fa. Cosa aggiungere? Se queste sono le avvisaglie, possiamo dormire sonni tranquilli, gustarci “Eldens Boning” e attendere con giustificata attesa il prossimo passo degli Ereb Altor.