7.0
- Band: EREB ALTOR
- Durata: 00:42:22
- Disponibile dal: 24/04/2015
- Etichetta:
- Cyclone Empire
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Quinto capitolo della saga viking metal degli Ereb Altor, questo “Nattramn” non lascerà certo delusi i fan del four-piece svedese. Come negli ultimi lavori, la componente doom ha lasciato spazio ad un approccio più orientato verso il black metal, con il cantato pulito che si alterna allo scream e, seppure la band resti ben ancorata al suo intento di proseguire quanto fatto dai Bathory del periodo viking, possiamo evincere una certa dose di personalità che, forse, mancava al precedente “Fire Meets Ice”; proprio la titletrack ne è un buon esempio: le atmosfere tipicamente epiche del gruppo si uniscono a parti più nere ed aggressive, pur restando assestate su un mid-tempo che, anche nelle accelerazioni, non snatura mai il sound viking metal tipico del disco. Certo, quando gli Ereb Altor “fanno” i Bathory (come in “The Dance Of The Elves”) la personalità dei musicisti cede al tributo a Quorthon, ma è sempre l’alternanza delle due linee vocali a mantenere interessante il tutto; in effetti – dopo i primi ascolti – quello che più si percepisce è che gli Ereb Altor si scrollino di dosso, almeno in parte, la pesante eredità che hanno scelto di perseguire e permettano al loro stile personale di emergere più che in passato. E’ innegabile che tratti del clean-singing facciano impressione tanto ricordano Quorthon, eppure questa volta Mats e Ragnar sono riusciti in qualcosa che, in passato, era sempre mancato alla loro musica negli Ereb Altor. Prendete “Dark Waters”: l’incedere ritmico e la semplicissima linea melodica ricordano in modo impressionante “Shores In Flames” eppure, nei nove minuti di pezzo, la band si concede pochi fronzoli, resta ancorata a quell’inizio per variare solo dopo sei minuti, con una parte lenta che sfocia poi in un black violento e duro, reso melodico solo dal tappeto di tastiere; come dire che il punto di partenza è sempre lo stesso, ma le coste verso cui veleggiano i quattro svedesi vogliono essere diverse. La capacità che hanno gli Ereb Altor di scrivere riff che potrebbero, tranquillamente, essere opera di Quorthon è notevole, ma lo è ancora di più quella di comporre musica che avrebbe potuto essere un’evoluzione naturale per i Bathory. “Nattramn” è insieme maestoso e suggestivo, potente ed evocativo, qualcosa che il genere richiede e che gli Ereb Altor riescono a proporre in modo ottimo; certo, si potrebbero muovere molte critiche ad una band così fortemente influenzata da un’altra band, ma -purtroppo – non ci sarà mai più un disco dei Bathory: possiamo quindi consolarci con gli Ereb Altor ed apprezzare le loro “variazioni sul tema”, che diventano, di disco in disco, più personali e convincenti, come nella conclusiva “The Nemesis Of Frei” che, forse meglio di ogni altra track, racchiude le due anime dei quattro svedesi.