8.0
- Band: EREB ALTOR
- Durata: 00:48:17
- Disponibile dal: 26/03/2010
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Formatisi ben vent’anni fa e con solo due album all’attivo: non si può certo parlare di carriera prolifica per gli svedesi Ereb Altor, anche se due soli anni fa il debut “By Honour” aveva scosso critica e fan accaniti dell’epic metal più puro ed incontaminato. Partorito dalla fervida mente di Crister Olsson e Daniel Bryntse, già accasato nei conterranei doomster Isole, il duo scandinavo ha dato vita alla naturale prosecuzione del percorso intrapreso da Quorthon con il lato viking dei suoi Bathory: ritmi lenti e solenni, ritmiche semplici ma efficaci sorrette da arpeggi malinconici e da cori maestosi che donano all’intero lavoro un incedere marziale. “The End” è un disco da ascoltare e considerare nella sua completa interezza: escludendo l’introduttiva “The Entering”, le altre sei composizioni che danno corpo al lavoro non si discostano mai dalle linee guida descritte in precedenza, facendo sì che l’ultimo parto di casa Ereb Altor suoni compatto e coeso ma purtroppo anche eccessivamente verboso in qualche circostanza. La decisione di alternarsi dietro al microfono da parte di Crister e Daniel ha fortunatamente sortito gli effetti sperati: parti narrate, una voce pulita calda e passionale e qualche sporadico scream assicurano al comparto vocale degli Ereb Altor doti di assoluta eccellenza. Il continuo crescendo di “Myrding”, il riff grezzo e di ovvia scuola Bathoryana che irrompe nel bel mezzo di “Our Failure” e la trilogia finale – senza nulla togliere alle altre due tracce rimanenti – ci consegnano un album quasi inattaccabile che vede nell’eccessiva prolissità della traccia finale “The Final War” l’unico – piccolo – neo di un album quasi perfetto. “The End” è un viaggio alla riscoperta del metal più semplice ed essenziale: pochi sproloqui strumentali e tecnicismi debitamente sostituiti dalla sostanza contenuta nei sette episodi che rimangono saldamente impressi nella memoria anche dopo pochi ascolti, segno di una certa immediatezza delle tracce in deciso contrasto con la loro lunghezza media. Se siete amanti di certe sonorità non ci sono veramente scuse per non fare vostra l’ultima fatica del duo scandinavo: acquisto obbligato!