7.5
- Band: ERGHOLAE SOMPTATOR
- Durata: 00:42:14
- Disponibile dal: 26/11/2021
- Etichetta:
- Code666
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La Francia ha un’ottima tradizione black metal, ben consolidata e fatta di diverse sfumature: dal raw black de “Les Légions Noires”, con Vlad Tepes, Mütiilation, Belkétre e Torgeist, al pagan black metal di Belenos e Aosoth, passando per il depressive dei Nocturnal Depression e il post-black di Alcest e Amesoeures, senza dimenticare la scena politicamente scorretta di Peste Noire, Baise Ma Hache, Nécropole e Gestapo 666. Dove si situano i due musicisti occitani all’interno della vasta galassia del metal estremo d’oltralpe? Nella sezione più avantgarde, vicino a Deathspell Omega e (in parte) Blut Aus Nord. Gli Ergholae Somptator sono un duo black metal – loro si definiscono semplicemente così – che viene da Tolosa e che ci giunge completamente nuova, nonostante un EP e un full-length già pubblicati, oltre a un paio di demo (dato non così secondario in anni nei quali ci sono gruppi che pubblicano direttamente box set e merchandise dopo sei mesi di vita).
I ragazzi francesi picchiano duro e veloce, con un piglio a tratti quasi marziale che talvolta incontra suggestioni vicine al black’n’roll, al thrash, quando non addirittura all’hardcore (ad esempio la conclusiva “Hantise”) e, in generale, fanno sfoggio di buone soluzioni ritmiche, come in “Deviens”. Poche le concessioni alla melodia, questo “Mille Vertiges Fondent Sur Les mes Vides” – qualcosa come “dalle anime vuote hanno origine mille vertigini”, forse un lontano riferimento all’idea di Pascal per cui c’è l’incapacità dell’uomo di stare bene da solo all’origine della propria infelicità – è un album che aggredisce, un lavoro che picchia alla bocca dello stomaco (versione proletaria del cuore) riuscendo a non suonare noioso, merito dei numerosi cambi di tempo che animano le composizioni, e in particolare di un lavoro di batteria veramente notevole, che garantisce un certo groove ad un suono altrimenti nerissimo. Particolarmente dissonante, quasi voivodiana, è “La Difformité Des Étoiles Sombres”, mentre la successiva “Tique Mon Amour” è un pezzo più tradizionale, sempre nell’ambito del black metal più ‘metropolitano’, non alieno ad un certo grado di psichedelia, che è la cifra stilistica di degli Ergholea Somptator. Menzione finale alle linee vocali del batterista/cantante Jérôme Bouque (interamente in francese), che pur muovendosi quasi sempre su frequenze alte, con uno scream particolarmente abrasivo e acido, a volte si spinge più in basso, quasi al limite del growl, risultando vario ed incisivo. Non lasciatevi ingannare dalla scarna cover, che sembra suggerire un album di black atmosferico in stile cascadian o giù di lì (dando un occhio alle breve discografia dei Nostri possiamo dire che la scelta delle copertine non è esattamente il loro forte) e date una chance a questa scheggia impazzita di avantgarde black violento e acido, con molta tecnica ma ben lontano dall’essere un mero esercizio di stile.