6.5
- Band: ELECTRIC CALLBOY , ESKIMO CALLBOY
- Durata: 00:34:35
- Disponibile dal: 01/11/2019
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Se la Germania ha dato un contributo fondamentale alla difusione del metalcore made in Europe, grazie a gruppi seminali come Heaven Shall Burn e Caliban, altrettanto importante è il ruolo giocato dall’asse tedesco-giapponese nella diffusione del sottogenere electronicore a partire dagli anni ’10 (dopo l’ammunitamento dei padrini Enter Shikari e Attack Attack), trainato dai vari Eskimo Callboy, Crossfaith, We Butter the Bread with Butter e To The Rats And Wolves. La formazione della Ruhr, arrivata con “Rehab” al quinto full-length, può essere a buon diritto annoverata tra i veterani del genere e, fermo restando l’ignoranza dei testi ironicamente sessisti, con il penultimo “The Scene” ha trovato il perfetto mix tra ritmiche metalcore di terza categoria, tunz tunz da Number One e doppio cantato pop-rap. Tenendo fede al titolo del nuovo album, Sushi e soci sembrano essersi disintossicati dagli eccessi che ne hanno segnato i primi lavori, approdando ad un pop-electro-core formalmente perfetto ma fin troppo patinato per chi si è innamorato di loro con “We Are The Mess” o “Crystals”. Intendiamoci, canzoni come “Hurricane”, “Rehab” o “Okay” conservano la loro sana dose di tamarraggine, là dove i frangenti più ignoranti di “It’s Going Down” o “Nice Boi” sono credibili come una puntata di Jersey Shore. A conferma di questa nuova veste ancora più mainstream, tra gli episodi migliori in scaletta figurano “Supernova” e “Prism”, vicine per intenzioni e risultati a Panic At The Disco e Fall Out Boy più che a qualsiasi gruppo core. Assimilata la parziale virata stilistica, “Rehab” resta comunque un lavoro divertente: da gustare, complice la durata di poco superiore alla mezz’ora, come uno shottino prima di una serata di sano casino senza troppi eccessi.