ESOCTRILIHUM – Inhüma

Pubblicato il 31/10/2018 da
voto
7.0
  • Band: ESOCTRILIHUM
  • Durata: 00:55:52
  • Disponibile dal: 19/10/2018
  • Etichetta:
  • I Voidhanger Records

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Prolifici come mostri senza tempo, gli Esoctrilihum tornano a distanza di poci mesi dal loro ultimo full-length fedeli al loro immaginario lovecraftiano, perfettamente restituito in musica; anche i brani di questo “Inhüma” sono devastanti discese in un altro mondo fangoso e senza aria, ma del resto le bestiali presenze da loro evocate non sembrano essere basate sul carbonio e sulla necessità di ossigeno. “Incursus Into Daeth Hausth” ci scaraventa subito nelle usuali atmosfere votate al più selvaggio blackened death, anche se mostra non poche novità; il riffing serrato diventa nella seconda parte del brano dotato di notevole melodia, che accompagnata a un cantato meno soffocato rimanda alla vecchia scuola floridiana, così come anche la seguente “Blodh Sacremonh”, versione al fulmicotone dei migliori Deicide (quella, cioè, che non ascoltiamo più da tempo); mentre altri episodi guardano verso i grandi nomi svedesi, ivi comprese le derive più accattivanti, se così possiamo dire di un lavoro che non serra mai la presa al collo dell’ascoltatore: “Dramath Ürh” o “Aevendh Sadh”, l’episodio al tempo stesso più black metal presente. I frequenti assoli puliti e in midtempo donano nel complesso molto dinamismo a un album che non risparmia certo le sfuriate cieche, e dove vengono raddoppiati anche da puri accordi di tastiere rendono la putrida atmosfera generale ancora più spaventosa (“Exhortathyon Od Saths Scriptum”, “Ƨinsnhy’lh”). La maggior razionalità nell’uso di synth & co. è peraltro a nostro modo di vedere il vero passo avanti compiuto con questo terzo album, che risulta molto più compatto e focalizzato, senza mostrare quei momenti di calo che facevano capolino in precedenza. Menzioni d’onore per le curiose “ Yhtri’lhn (The Last Age Of Ukhn)” e Lörth Volth Lynhnzael (Lost In The Storm Of Itshka Blood), ove le sezione d’archi campionate riescono a scartavetrarci la spina dorsale, in perfetto equilibrio tra violenza e un certo gusto classico – soprattutto nel secondo caso, che rappresenta un’ottima chiusura di un album lungo ma niente affatto noioso. E se vogliamo elencare tutti gli elementi di pregio, l’album è  anche impreziosito dalle grafiche di Wrest, il noto e tormentato artista (anche mastermind dei Leviathan, come risaputo), che riesce a rendere molto efficacemente il contenuto morboso dell’album.

TRACKLIST

  1. Incursus Into Daeth Hausth
  2. Blodh Sacremonh
  3. Exhortathyon Od Saths Scriptum
  4. Dramath Ürh
  5. Ƨinsnhy'lh
  6. Yhtri'lhn (The Last Age Of Ukhn)
  7. Aevendh Sadh
  8. Lörth Volth Lynhnzael (Lost In The Storm Of Itshka Blood)
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