9.0
- Band: ESOTERIC
- Durata: 01:37:48
- Disponibile dal: 11/11/2011
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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I had nothing
I have nothing
Prendete ed ascoltate un qualsiasi album di una qualsiasi band di doom estremo uscito recentemente, sia esso funereo o black-doom o qualunque altra sottocategoria vi venga in mente; dopo l’ascolto, provate a mettere nel lettore un qualsivoglia album di band quali Thergothon, Unholy od Esoteric. Vi accorgerete da soli che il paragone tra le due cose sarà assolutamente impietoso. E’ tutta una questione di talento, alla mancanza del quale magari si può ovviare con la perseveranza e la passione, ma non sarà mai la stessa cosa. I Thergothon, gli Unholy e gli Esoteric hanno talento e lo dimostrano (o lo hanno dimostrato) in TUTTE le loro uscite discografiche! Così, anche questo “Paragon Of Dissonance”, ultimo parto della band guidata dal geniale Greg Chandler, riesce ad ergersi al di sopra della stragrande maggioranza della scena doom – e non solo, verrebbe da dire! – continuando sul sentiero del funeral doom più sperimentale ed innovativo che gli stessi Esoteric hanno contribuito ad inventare e a plasmare durante gli anni. Attivi dal 1992, i nostri, senza mai forzare i tempi, hanno pubblicato sei album uno più bello dell’altro, senza mai ripetersi e cercando continuamente di ampliare il loro spettro sonoro, che con il precedente “The Maniacal Vale” era divenuto quasi onnicomprensivo. I nostri per dare voce alle proprie espressioni scelgono ancora la via del doppio CD, proprio per permettere alla musica di non avere costrizioni temporali e di lasciarla fluire liberamente all’interno però di una struttura minuziosamente studiata con maniacale rigore. Ci si muove sempre nel campo dell’extreme doom, vi sono diversi passaggi al limite del death – e che death! -, del post core crepuscolare e minimalista e di un gusto sperimentale trasversale ai vari generi, che permette ai nostri di alternare assoli di ottima caratura, tempi mortiferi, atmosfere inquietanti e mai banali, melodie a tratti anche abbastanza marcate – così come lo possono essere quelle degli Ahab – incedere coltissimo ed a tratti quasi operistico alternato ad un mood sofferente. Tutto ciò ovviamente richiede estrema attenzione nell’ascolto. “Paragon Of Dissonance”, infatti, come tutti gli altri album della band, non è assolutamente adatto per gli ascoltatori superficiali, per coloro a cui piace la compagnia della musica in sottofondo o comunque per tutti quelli non avvezzi a certe sonorità; “Paragon Of Dissonance” esige dedizione assoluta, estrema attenzione per cogliere le centinaia di sfumature differenti che spesso vengono alla luce, ma che quasi sempre bisogna cercare sotto la coltre catacombale innalzata dalle chitarre (e dalle tastiere) di Greg Chandler, di Gordon Bicknell – qui apparso solo in veste di guest – e del nuovo arrivato Jim Nolan, quest’ultimo autore di assoli pregevolissimi, forse i migliori mai eseguiti dalla band. Il sestetto di Birmingham ci stupisce andando a toccare territori darkeggianti traboccanti di malinconia, spirali psichedeliche mastodontiche e delicate allo stesso tempo, eteree aperture space rock, progressioni ritmiche inaspettate, grazie soprattutto al grandissimo lavoro di Joe Fletcher dietro le pelli, tastierismo che molto deve alla scena elettronica anche se elettronico non é. In “Paragon Of Dissonance” si trattano tematiche importanti e tanto care alla band, come la perdita collettiva di identità, la solitudine, la catarsi delle menti, la mancanza di volontà, la vacuità della vita ai nostri giorni: tutti drammi metropolitani dei quali la grigia Birmingham è il retroterra ideale. Possiamo permetterci il lusso di citare un brano piuttosto che un altro? Assolutamente no, l’album va preso nel suo insieme per poterne cogliere al meglio lo spirito assolutamente misantropico, per poterne assaporare il pessimismo cosmico che lo pervade. Uscendo dalla metafora, quindi, questo sesto album degli inglesi è un vero capolavoro capace di mostrarci la potenza incontenibile degli Esoteric, del doom, del metal ed infine della musica tutta.
They have nothing
There is nothing
Unheard I scream