7.0
- Band: ETERNAL SILENCE
- Durata: 00:50:26
- Disponibile dal: 08/10/2021
- Etichetta:
- Rockshots
- Distributore: Audioglobe
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Negli ultimi anni gli Eternal Silence avevano pubblicato un paio di EP interlocutori, magari anche giusto per saggiare qualche cambio di line-up, ma arriva adesso il loro quarto full-length, intitolato “Timegate Anathema”. Le loro coordinate stilistiche sono come sempre orientate verso un metal sinfonico, che trae linfa da gruppi come Nightwish ed Epica, ma anche da una certa tradizione italiana che parte dagli anni ’90: tra le varie, pensiamo ad esempio a band come i Macbeth (quanto meno quelli degli esordi), che gli Eternal Silence sembrano (forse inconsapevolmente) vagamente evocare in qualche brano, persino nella scelta di alcuni timbri di tastiere. Al di là di questo, sono molto presenti nel disco le orchestrazioni, sia come supporto sinfonico che con la presenza di singoli archi, talvolta allo scopo di conferire profondità e solennità al suono, come nel caso della breve traccia “Firefly” o piuttosto per esprimere, in accompagnamento a chitarre arpeggiate, accenni folkeggianti, un po’ alla maniera dei primi Nightwish. Una particolarità del gruppo è che, a differenza di tante band gothic appunto degli anni ’90, le due voci, maschile e femminile, sono entrambe pulite: potente e versatile quella di Marika Vanni, più calda e accattivante quella di Alberto Cassina, spesso si alternano, ma le ritroviamo anche in efficaci duetti, come avviene nel caso di “Red Death Masquerade”. I due cantanti si ritagliano anche qualche traccia in solitaria: così la Vanni in “Glide In The Air”, una delle tracce più dirette e catchy del disco, mentre Cassina si riserva la bella ballata “Lonely”. Quest’ultimo, peraltro, se la cava abbastanza bene in un brano particolarmente introspettivo come è effettivamente quello ora menzionato, nonostante in qualche passaggio sembri mostrare qualche piccola incertezza. Tra gli highlight del disco annoveriamo anche l’opener “The Way Of Time”, “My Soul Sad Until Death” e “Ancient Spirit”, dove si può ravvisare pure qualche venatura prog.
Per contro, altri brani (tipo “Heart Of Lead” o “Rain”) ci sembrano obiettivamente abbastanza nella media (sicuramente non brutti ma che, al di là di qualche buona intuizione, danno un po’ l’idea di qualcosa di già sentito) e non sarebbe guastato in generale qualche accorgimento per attualizzare maggiormente un sound che, come dicevamo in apertura, sembra saldamente ancorato agli anni ’90. Gli Eternal Silence sono però tutto sommato ormai un gruppo di una certa esperienza e riteniamo che con “Timegate Anathema”, in linea di massima, abbiano centrato i propri obiettivi, realizzando un disco certamente piacevole, nel quale convivono bene tutti gli elementi del loro stile e perfettamente coerente con il loro modo di concepire e suonare musica.