ETRUSGRAVE – Aita’s Sentence

Pubblicato il 22/07/2016 da
voto
6.5
  • Band: ETRUSGRAVE
  • Durata: 00:49:11
  • Disponibile dal: 07/08/2016
  • Etichetta:
  • Minotauro Records

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L’approccio con gli Etrusgrave è strano, il loro epic metal ha spesso tinte doom e molti ‘inserti’ progressive classica, ricordandoci un misto tra Manilla Road, Cirith Ungol e (per chi li conoscesse) Asgard (non la band metal, ma – appunto – quella progressive attiva negli anni Novanta). Il lavoro chitarristico, a livello compositivo, è notevole e la maestosità per definirsi epic metal c’è tutta, alcuni passaggi sono sicuramente di altissimo livello (“Festering Slash” è decisamente un gran pezzo, per esempio). L’aspetto cui è più difficile abituarsi è la voce di Tiziano “Hammerhead” Sbaragli e l’ingresso del cantato nella opening-track “Anxiety” risulta quasi imbarazzante; il buon Tiziano, in realtà, ha una gran voce nelle parti ‘high pitch’ (acuti, falsetti e tutto l’armamentario tipico del genere), mentre risulta più debole sui registri medi, che per qualche motivo decide di utilizzare con molta frequenza. L’aspetto più strano è che sembra quasi che le parti vocali siano state registrate in un unica sessione, perché anche nelle sue tonalità più deboli, Tiziano sembra migliorare durante il disco, come se la sua voce si ‘scaldasse’. O, più semplicemente, ci si abitua durante l’ascolto ad una timbrica che non ci aspetteremmo. Insistiamo tanto su questo punto, perché è sia la peculiarità che la debolezza di questo “Aita’s Sentence”, che per il resto è un ottimo disco di epica metal old-school con notevoli spunti e, come scrivevamo in apertura, notevoli spunti progressive (evidenziati anche dalla durata dei pezzi, che si attesta quasi sempre intorno ai sette minuti). I quattro toscani ci propongono un disco certamente non facile, che riesce però a crescere con gli ascolti, spiazzando con il suo cambio continuo e repentino di stile, da metal classico a progressive, da riff granitici ad assoli puliti e vinci all’hard rock, da vocale potenti ad altre virate quasi al recitato, mentre la sezione ritmica resta sempre piuttosto uniforme, con un lavoro magistrale di Luigi Paletti al basso ed il tocco decisamente heavy metal di Stefano Giuggioli alla batteria. Immaginiamo che il vero ‘mastermind’ di questo progetto, però, sia Fulberto Serena, che molti ricorderanno nei progster Dark Quarterer dove militò nei primi due dischi (che, infatti, assomigliano molto al sound degli Etrusgrave). Come dicevamo “Aita’s Sentence” non è un disco semplice e le sue contaminazioni potrebbero far storcere il naso ai defender più incalliti, il pubblico tipico di questo genere musicale (per intenderci: non aspettatevi un epic metal alla Manowar o alla Virgin Steele), mentre i fan dei Manilla Road potrebbero trovare un disco interessante (il sound è decisamente differente, ma il mood ha dei punti in comune). In conclusione diciamo che c’è qualcosa da sistemare, sopratutto a livello di produzione (un po’ troppo ‘debole’ nei suoni per questo genere e con la batteria troppo ‘dietro’) oltre a quanto già detto riguardo alla voce. Ma non ci sentiamo di dire che l’ultima fatica degli Etrusgrave sia un brutto disco, anzi.

TRACKLIST

  1. Anxiety
  2. Mammoth Trumphet
  3. Festering Slash
  4. North North West
  5. Aita's Sentence
  6. Coward
  7. The Guardian
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