9.0
- Band: EUROPE
- Durata: 00:40:41
- Disponibile dal: 26/05/1986
- Etichetta:
- Epic
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È il 1985 e gli Europe sono una band di belle speranze ma poco più. I primi due album, “Europe” e “Wings Of Tomorrow”, hanno venduto bene in Giappone e nella nativa Svezia ma non abbastanza per realizzare i desideri di fama e gloria di Rolf Magnus Joakim Larsson, in arte Joey Tempest, cantante, tastierista, compositore principale, se non unico, e totale dittatore della band. Tempest decide quindi di dare una svolta concreta assumendo un manager a tempo pieno per occuparsi degli affari del gruppo; la scelta cade su Thomas Erdtman, vecchio amico e tuttofare degli Europe. Appena assunto, il manager compie due scelte molto importanti: licenziare il batterista Tony Reno, capace ma poco propenso a sacrifici e dal look ritenuto inadatto, ed assumere un tastierista ‘a tempo pieno’ per lasciare all’istrionico Joey tutto lo spazio necessario come frontman. I nuovi ingressi negli Europe sono quindi il drummer Ian Haugland e alle tastiere Mic Michaeli. Erdtman riesce anche a procurare agli Europe un contratto con una major, la Epic. Ma i nuovi innesti ed il contratto da soli non possono bastare a trasformare il milione di copie di “Wings Of Tomorrow” in molti più milioni. Si decide di variare il sound in occasione del terzo album, ammorbidendo e limitando il chitarrismo duro e l’urgenza heavy metal del guitar hero John Norum, variando leggermente, con un utilizzo maggiore di acuti, lo stile vocale di Joey ed incrementando molto lo spazio dedicato alle tastiere. Dopo un EP, “On The Loose”, che contiene anche una versione nel vecchio stile di “Rock The Night”, realizzato dal solo Tempest a nome di tutta la band che porta ad un tour letteralmente disastroso, gli Europe entrano in studio con il produttore dei Journey Kevin Elson nel settembre 1985. Il 26 maggio 1986, posticipato per un clamoroso ritardo nella consegna dell’artwork, esce “The Final Countdown”, mentre la band è già in tour forte dei primi singoli rilasciati. L’album, dal sound più morbido, quasi pop-oriented ed easy listening, si apre con la title track, costruita su una roboante linea di tastiera catchy e accattivante e che vede il suo apice nel clamoroso solo di John Norum; il brano, derivato da un breve pezzo strumentale che Tempest scrisse nell’81 come musica da attesa per una discoteca presso la quale lavorava, a livello lirico si basa su “Space Oddity” di David Bowie, raccontando l’abbandono della Terra da parte della razza umana in seguito ad una guerra nucleare. Segue “Rock The Night”, già edita in versione più veloce e diretta, “Wings Of Tomorrow”-style, come singolo nel 1985 e già eseguita durante il tour precedente: un brano hard rock trascinante e diretto dotato di un chorus anthemico assolutamente vincente. La terza traccia, “Carrie”, si apre con una linea di tastiera dolce e toccante scritta da Michaeli e si sviluppa come una tenera power ballad, dal ritornello semplice ma efficace e dal testo infinitamente triste, che narra l’addio per sempre tra due innamorati. Dotata delle stesse caratteristiche di “Rock The Night”, “Danger On The Track” forma con la più veloce e snella “Ninja” una accoppiata assolutamente vincente. La sesta traccia, “Cherokee”, evocativa, epica e drammatica, arricchita da un break di tastiera solenne, narra dello sterminio dei nativi americani da parte dell’uomo bianco, mentre “Time Has Come” assume i toni da ballad senza però diventarlo appieno, risultando gradevole ma non troppo zuccherosa; smorfiosa senza ritegno, la catchy “Heart Of Stone” mantiene i ritmi blandi in attesa di “On The Loose”, già edita ed uscita arrangiata diversamente nell’Ep del 1985, il brano più heavy del lotto, veloce e duro, che riporta alle atmosfere dei primi due lavori della band. Il mid-tempo “Love Chaser” chiude al meglio questo album: un episodio trascinante e ben in linea con la qualità del resto dei pezzi. Il successo è clamoroso e globale, e la band è investita improvvisamente da una popolarità immediata e difficile da gestire, anche e soprattutto presso il pubblico generalista e non solo con la classica audience metal e rock, tanto che il tour promozionale seguente alla release, abbandonato da John Norum che lascerà la band non soddisfatto dal nuovo sound e sostituito dall’ex Easy Action Kee Marcello, porterà gli Europe anche in Italia addirittura ospiti a Sanremo, Domenica In e Festivalbar. “The Final Countdown” vende dodici milioni di copie, più altri svariati milioni di copie vendute dai sei singoli estratti (il singolo della title track arriva al numero 1 in classifica in ventisette nazioni) e rimane nella classifica di Billboard per 78 settimane consecutive, lasciando alla band un successo davvero difficile da bissare.