7.5
- Band: EVA CAN'T
- Durata: 01:09:00
- Disponibile dal: 20/09/2024
- Etichetta:
- My Kingdom Music
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Sulle nostre pagine avevamo lasciato i bolognesi Eva Can’t all’epoca del loro precedente full-length, “Gravatum”, per il quale avevamo speso parole di elogio. Dal 2017, però, la band non è però stata inattiva e, dopo aver pubblicato un EP nel 2019, intitolato “Febbraio”, si è gettata in un’impresa ambiziosa, che ha richiesto ben cinque anni di lavoro e che prende forma oggi con “Emisferi”.
Gli Eva Can’t si imbarcano in un concept album che rappresenta un vero e proprio viaggio da un polo all’altro del globo, con una struttura ordinata, metodica, come una mappa nautica perfettamente cesellata.
Si parte dal Polo Nord (“Emisferi I”), si attraversano i tre episodi di “Ghiacci Boreali”, si supera la “Linea di Costa I”, continuiamo la navigazione per altre tre canzoni sui “Mari Boreali”, raggiungiamo l’Equatore e da lì facciamo il medesimo percorso, all’inverso, nell’emisfero australe, fino al Polo Sud.
Musicalmente, la proposta della band si configura con un post-metal/avantgarde accomunabile a formazioni come Cult Of Luna ed Explosions In The Sky, caratterizzato però da testi in lingua italiana che, complice anche la qualità della scrittura e una notevole ricercatezza lessicale, li avvicinano alla migliore tradizione del cantautorato nostrano.
“Emisferi” è un lavoro dalla durata importante, che sfiora i settanta minuti; tuttavia, gli Eva Can’t riescono a gestire bene questa massa sonora, anche grazie al concept stesso, che diventa una guida per apprezzare ancora meglio l’evolversi delle canzoni.
Così, ad esempio, le due sezioni dei ghiacci si contraddistinguono per un suono più aspro, inospitale, proprio come le terre che raccontano; mentre le composizioni dei mari più caldi o le linee di costa ci propongono un sound malinconico e a tratti cullante come le onde del mare. Sono questi dettagli che fanno capire bene la cura e l’attenzione messa dalla band nella gestione del concept, come ad esempio nel caso di “Prima Tempesta (Mari Boreali I)”, dove l’uso dei piatti della batteria, sembra quasi riprodurre la sensazione della pioggia battente, mentre la band costruisce melodie e riff di grande atmosfera.
Certo, settanta minuti sono tanti e non sempre si riesce a tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, sacrificando un po’ di freschezza alle esigenze di equilibrio e di rigore del concept album, ma, esattamente come avevamo detto all’epoca di “Gravatum”, preferiamo comunque una band che sa prendersi dei rischi pur di rincorrere la propria visione artistica, piuttosto che giocare sul sicuro.
Difficile estrapolare dei singoli episodi, operazione che andrebbe a svilire l’idea stessa dietro a questo concept: “Emisferi” è un viaggio e come tale va percorso nella sua interezza, vivendone a pieno le bellezze, la fatica e l’insieme dei colori che ne costituiscono la palette.
All’ascoltatore, ora, il compito di lasciarsi trasportare dalle correnti del mare, abbandonandosi alla forma d’arte che, più di tutte, riesce davvero a farci compiere dei viaggi senza dover fare un passo fuori di casa.