EVA CAN’T – Gravatum

Pubblicato il 31/07/2017 da
voto
7.5
  • Band: EVA CAN'T
  • Durata: 01:02:14
  • Disponibile dal: 14/07/2017
  • Etichetta:
  • My Kingdom Music
  • Distributore: Audioglobe

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Dopo un terzo album molto convincente, “Hinthial”, pubblicato nel 2014, il percorso musicale degli Eva Can’t si evolve ulteriormente, prendendo un sentiero più impervio, se vogliamo, ma anche più interessante. Se “Hinthial”, infatti, declinava con intelligenza ed eleganza uno stile barocco e magniloquente, che strizzava l’occhio al metal sinfonico e a contaminazioni folk, il nuovo album, “Gravatum”, è più difficile da inquadrare, grazie ad influenze e suggestioni che provengono da mondi molto diversi tra loro. Musicalmente la componente metal viene mitigata, cosa che potrebbe far storcere il naso a qualcuno, per lasciare spazio ad un universo che raccoglie spunti da grandi espressioni della musica nostrana, dai Novembre fino alla scuola del progressive rock degli Anni ’70. Da un punto di vista lirico, invece, la lingua italiana si adatta perfettamente alle atmosfere dell’album, con uno stile evocativo ed aulico che ricorda in parte il Banco Del Mutuo Soccorso, ma soprattutto il Fabrizio De Andrè più rigoroso, quello di “Tutti Morimmo A Stento”, per intenderci. L’album è composto da sette composizioni e lo spettro dei colori delineati dagli Eva Can’t è ampio e sfaccettato: “L’Alba Ci Rubò Il Silenzio” è un brano mutevole, dalla durata importante, che a volte blandisce con delicatezza e altre volte invece graffia e affonda gli artigli nell’animo dell’ascoltatore, con un testo che oscilla tra l’invettiva e la poesia. “Apostasia Della Rovina” e la title-track sono due composizioni più brevi, ma comunque sfaccettate, che possono permettersi anche qualche passaggio più aggressivo e metallico, tra momenti delicati ed eleganti dove traspare la classe dei musicisti. Proseguiamo il nostro breve excursus con “Oceano”, che si appoggia ad una melodia più lineare, introdotta da uno lungo passaggio strumentale, con un pregevole intreccio tra chitarra e tastiere a chiudere il brano. “Terra”, invece, vive su una sentita performance vocale di Simone Lanzoni e su un bellissimo arrangiamento di pianoforte ed archi; mentre la tradizione folk-rinascimentale della band rivive in “La Ronda Di Ossa”, ottima rivisitazione dell’iconografia della danza macabra (in Italia resa celebre da Angelo Branduardi nel suo “Ballo In Fa Diesis Minore”), con un tema musicale che ci rimanda ad una composizione del 1200, la “Danza De La Conquista De Almerìa”. Menzione d’obbligo, infine, per “Pittori Del Fulgido Astratto”, una suite di quindici minuti che raccoglie perfettamente l’essenza degli Eva Can’t: un lavoro poetico, che non ha paura di osare, anche a rischio di sbagliare qualcosa; un lavoro che mostra orgoglioso la sua italianità, che accusa, fa riflettere, mette in difficoltà l’ascoltatore ma che, allo stesso tempo, regala splendidi squarci di luce.

TRACKLIST

  1. L'Alba Ci Rubò Il Silenzio
  2. Apostasia Della Rovina
  3. La Ronda Di Ossa
  4. Oceano
  5. Terra
  6. Gravatum
  7. Pittori Del Fulgido Astratto
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