7.0
- Band: EVA CAN'T
- Durata: 00:39:01
- Disponibile dal: 11/04/2014
- Etichetta:
- ControCorrente Records
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Gli Eva Can’t non sono una band che lascia il proprio futuro in mano al caso, bensì sono ben consci delle loro potenzialità e cercano di proporsi nel miglior modo possibile al loro pubblico. A partire dalla confezione del nuovo “Hinthial”, semplice ma raffinata, fino ad arrivare alle soddisfacenti note biografiche con tanto di spiegazione lirica di ogni singola traccia, si riesce ad approcciarsi bene alla musica del combo bolognese, musica che, di per sé, non lascia certo indifferenti. “Hinthial” è il terzo full del gruppo, dopo “L’Enigma Delle Ombre” del 2010 e “Inabisso” del 2011, e ci presenta una formazione alle prese con un sound pomposo e roboante, ricco di neoclassicismi, barocchismi e melodie lussureggianti e parecchio medieval-oriented, il tutto portato all’utente, però, senza la ridondanza pacchiana di alcuni nostri gruppi ben famosi all’estero, ma invece servito in maniera più umile e riflessiva, giocando anche su un concept piuttosto interessante che riguarda la Morte e la sua incombenza sulla vita dell’Uomo, in grado di percepirla attraverso la moltitudine di arti e scienze susseguitesi nell’arco dei secoli e durante il corso del disco in questione. Gli Eva Can’t si presentano ufficialmente come quartetto – voce/chitarra, chitarra, basso, batteria – ma una bella parte da leone, all’interno di “Hinthial”, la fanno gli arrangiamenti orchestrali, i cori, i sintetizzatori e gli strumenti meno ‘classicamente rock’ campionati. Ma non c’è solo grandeur enfatica nel metal dei Nostri, in quanto un grosso punto a favore la band lo realizza limitando di molto il minutaggio dei brani e infarcendoli di melodie, assoli a capicollo e un dinamismo quasi feroce e frenetico; il riffing portante, difatti, è impostato su un power-thrash moderno e vorticoso, che spesso si interrompe per lasciare strada a sezioni pacate, sinfoniche o corali, mentre le vocals del mastermind e principale songwriter Simone Lanzoni si divertono balzanamente a spaziare tra un growl ruggente e un pulito limpido e lirico, entrambi declamanti strofe e ritornelli in italiano, scelta che sicuramente dà un senso all’esistenza di questa band, capace di esprimersi in modo poetico e a tratti sorprendente. Tra l’urgenza dei primi Turisas, la classe medievale dei Crown Of Autumn, l’epica dei Blind Guardian e l’elevarsi glorioso dei Rhapsody Of Fire, gli Eva Can’t sfoderano un lavorone che va giù rapido e avvincente come un bicchiere di idromele ghiacciato. Solo la produzione ci pare un pelino troppo over-prodotta, ma d’altronde il genere lo richiede e tutto sommato il risultato finale è buono. Difficile estrapolare, infine, qualche brano particolare da una tracklist che va ascoltata tutta d’un fiato e goduta senza skip o repeat: “Hinthial” è uno di quegl’album che sanno dare carica e adrenalina a chi lo ascolta, e anche in breve tempo. Uno strano disco barocco dall’urgenza estrema.