7.5
- Band: EVADNE
- Durata: 01:01:42
- Disponibile dal: 24/12/2021
- Etichetta:
- Solitude Prod.
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Annunciato un paio di mesi fa dalla band, ma promosso praticamente “last minute” dalla Solitude Productions, il nuovo album degli Evadne è uno dei cosiddetti ultimi botti di questo 2021. A quattro anni di distanza dall’uscita del precedente “A Mother Named Death”, la melodic death-doom metal band spagnola pubblica con questo “The Pale Light of Fireflies” uno dei suoi lavori più ricchi e sofisticati, all’interno del quale l’ispirazione musicale del gruppo si combina in alcune nuove forme, giocando liberamente con la forma canzone, di cui scompongono gli elementi in tante unità essenziali per ricombinarle in piccole suite colme di sfaccettature. Lo stile è sì colto, ma è anche nella sua dovuta misura piuttosto aggressivo. La ricerca di eleganza della band di Valencia qui si spinge fino a raggiungere uno dei suoi più alti apici: il quintetto mette continuamente in atto arrangiamenti densi e ricercati – in cui spesso intervengono chitarre acustiche e vaghi accenni di elettronica – cercando al tempo stesso di non perdere del tutto di vista il vigore death-doom, sottolineando certi passaggi con un lavoro di batteria più aggressivo e il solito aspro growling di Albert Conejero. Sul comparto vocale è stato tuttavia fatto un lavoro enorme in termini di varietà ed estensione, con growling, screaming e varie sfumature di pulito a sovrapporsi di continuo nel tentativo di riprodurre la medesima ricercatezza del lato strumentale. Tutti questi ornamenti potrebbero fare pensare a un disco poco spontaneo o comunque troppo ampolloso, ma gli Evadne riescono a mantenere una certa compattezza e orecchiabilità di fondo, mettendo quasi sempre in primo piano dei motivi subito assimilabili, dai quali emerge un indubbio sentimento, con ciascun musicista bravo nel gestire con padronanza il processo di interazione del proprio strumento con gli altri e a esprimere slanci di passione. Certo, questa rinnovata ricchezza di sonorità e tematiche alla base della proposta del gruppo ricorda in più occasioni la formula dei più celebri Swallow The Sun, recentemente tornati fra noi con il nuovo “Moonflowers”, ma dove Conejero e compagni non colpiscono per personalità, lo fanno con una tracklist dotata di un’ineguagliabile espressività narrativa e bellezza crepuscolare, per giunta avvolte in una produzione di alto livello.
Per chi tende a sentirsi malinconico durante le feste, un ascolto particolarmente consigliato.